Titolo assurdo
Titolo assurdo, voler descrivere l’ìnconoscibile per antonomasia, solo un artista potrebbe tradurre questo concetto astratto in immagini.
Elencare pregi e difetti, forme e caratteristiche dell’Infinito, presuppone che noi si sia in grado di conoscere questo infinito.
E per conoscere, io non intendo più l’aver letto due o tre riviste di turismo, ma averne fatto l’Esperienza.
Infatti solo se ti sei tirato una martellata sopra un dito, conosci il dolore fisico che ne deriva.
Solo se ti sei scottato la pelle sul fuoco, conosci il freddo che provi subito e il bruciore penetrante che arriva dopo un attimo.
Nemmeno tu conosci esattamente quello che faresti in certe situazioni, l’unica certezza che puoi avere è che tu sei e manifesterai … tu, anche se non ti conosci.
E ti “impari” vivendo-ti.
Dio è.
Ci sono letture che restano più di altre, diciamo che ci si affeziona, si assorbono le parole e le idee dell’autore, che diventano parte di noi, o che semplicemente “riconosciamo” come se le avessimo scritte noi.
E poi le riportiamo, come farina del nostro sacco, ma senza renderci conto che sono energia viva, scritta nella memoria dell’universo, dalla quale attingiamo noi stessi.
Le personalizziamo, usiamo le nostre parole per tornare ad eprimere quelle idee così piacevoli, gentili, rassicuranti.
Per quanto siamo bravi, però, non si arriva mai ad esprimere esattamente quella melodia della prima lettura.
Ecco perchè ricorrerò al “copia/incolla” delle parole esatte lette la prima volta, sperando che anche voi sentiate “la musica delle stelle”
Un ben misero arrendersi, per uno “scrittore”, l’ammettere la propria inadeguatezza. (Sic!).
Una “descrizione” di Dio
Le leggi divine sono state create una volta per tutte, già perfette, ed agiscono automaticamente, se così si può dire.
Prendete in considerazione che Dio sia, fra le tante altre cose, vita ed energia vitale.
Pensate a Dio come ad una corrente elettrica dotata di suprema intelligenza.
Questa “corrente elettrica” si trova dappertutto, in voi, intorno a voi e fuori di voi.
Sta a voi usarla.
Potete usare l’elettricità per scopi costruttivi, per esempio, terapeutici, o potete usarla per uccidere.
La corrente elettrica non è in se stessa né buona, né cattiva; siete voi a renderla l’una o l’altra cosa.
Quello elettrico è un aspetto importante di Dio ed è quello che vi tocca più da vicino.
Questo concetto può far sorgere la questione se Dio sia personale o impersonale, un’intelligenza direttiva o semplice legge e principio.
Gli esseri umani, dal momento che hanno esperienza del mondo attraverso una coscienza dualistica, tendono a pensare che queste due ipotesi si escludano a vicenda.
In realtà, sono ambedue vere.
Ma il fatto che Dio possegga un aspetto personale non significa che Egli possegga una personalità.
Dio non è una persona che risiede in un certo posto, anche se è possibile averne l’esperienza entro se stessi; e anzi, di fatto, questo è l’unico luogo in cui Egli possa essere cercato e trovato.
L’esistenza di Dio può essere dedotta al di fuori di se stessi dalla bellezza del creato, dalle manifestazioni della natura, dalla saggezza sviluppata dai filosofi e dagli scienziati, (Ndr. solo alcuni).
Ma queste osservazioni diventano esperienza reale di Dio, solo quando la sua presenza viene sentita interiormente.
L’esperienza interiore di Dio è la più grande di tutte le esperienze, in quanto include tutto quanto esiste di desiderabile.
La sensazione dominante in questa esperienza potrebbe essere definita cosmica.
Questo senso cosmico non è una comprensione teorica, né una sensazione a proposito del cosmo; è un’esperienza completa, fisica, emotiva, mentale e spirituale, che coinvolge la totalità della persona.
Mi è impossibile descrivere adeguatamente tutto questo all’interno dei limiti del linguaggio umano.
(Ndr.- Ecco che provare per credere porta l’asticella abbastanza in alto, forse troppo per me, ma finchè c’è samsara c’è speranza!)
In quest’esperienza cosmica non esiste più separazione fra il sentire ed il pensare, perché questi diventano la stessa cosa.
Questo è molto difficile da immaginare quando non lo si è mai provato.
Forse alcuni di voi possono aver avuto fugaci lampi di un tale stato di coscienza. Il senso di unità è completo.
È un’esperienza di beatitudine, in cui si sente che l’amore è alla base di tutto, la vita non ha più misteri, e si ha la certezza che tutto è per il meglio e che non c’è nulla da temere.
In questo stato di coscienza cosmica si ha l’esperienza che Dio è una realtà interiore.
L’immediatezza di questa presenza interiore incredibilmente poderosa può essere all’inizio uno shock.
L’intensità delle sensazioni piacevoli può essere addirittura traumatica.
È letteralmente come se l’intero organismo fosse percorso da una corrente elettrica.
(Ndr. nei testi cabalistici c’è l’avvertenza del rischio di autocombustione, al raggiungere certi livelli di “conoscenza”, direi io di utilizzo distorto di un certo sapere).
L’io dell’individuo deve essere, perciò, abbastanza sano e forte da sapersi acclimatare alle elevate vibrazioni di questo stato, che viene vissuto come la propria realtà eterna e come la propria vera identità.
Quando ci si trova in questo stato di coscienza si sa nel modo più profondo ed incontrovertibile che ciò che esso rivela, lo si conosceva da sempre, ma lo si era temporaneamente dimenticato.
Questa descrizione è, naturalmente, estremamente limitata, in quanto quest’esperienza non può essere trasmessa con le parole.
Quello che potete fare in questo momento per intuire, anche solo debolmente, la realtà, è di pregare di poterla assaporare.
Apritevi alle vostre facoltà interiori, al vostro sé superiore, per poter raggiungere una comprensione quanto più profonda possibile.
Tutto copiato dal Sentiero del risveglio interiore, di Eva Pierrakos