… vista dai piani dimensionali intorno a Venere
Nell’ottobre del 1996 i ricercatori americani della LL Research, hanno chiesto lumi sul lato oscuro, o meglio sulla rabbia, chiedendo al Complesso collettivo di mente, corpo e spirito che si definisce Q’uo, canalizzato da altre dimensioni.
La risposta è impostata sulla base di una conversazione tra amici, senza fornire a quanto condiviso la veste di verità proveniente dal “superiore”, ma solo puntualizzando alcuni concetti.
Queste … anime … riunite in un .. insieme .. unitario, evidenziano l’appartenenza della rabbia al raggio rosso del primo chakra, definendola una forza magnetica attrattiva che allontana dall’equilibrio derivante dal senso di sicurezza sulla propria sopravvivenza.
Esternazione di potere … o paura?
Questo sentimento della rabbia, estremamente difficile da ignorare, e che con un termine più accurato si potrebbe definire un particolare tipo di paura, pone il nostro corpo ed il nostro cervello in una convinzione di dover lottare perchè onestamente ed autenticamente preoccupati per la propria sopravvivenza.
Il campo di espressione di questa emozione è indicato nella seconda dimensione, nella quale la mente razionale ha un gran peso nel definire come giustificate, le forti reazioni di protezione di fronte alle sensazioni di essere minacciati, invasi, intralciati nel proprio percorso incarnativo.
Non ha senso alcuno ripetersi che non è spirituale questo tipo di atteggiamento, in quanto i corpi fisici ed emozionali non hanno questa capacità di confronto con la propria coscienza superiore, essendo, appunto, istintuali.
Pertanto anche tale emozione, come tutte quelle del nostro lato oscuro, non possono essere trascese, ma merita tutta la nostra attenzione.
Il dolore interiore che procura è talmente forte da poter “accartocciare” la natura più robusta.
Indicando la rabbia come un tipo di paura, piuttosto che puntualizzare diversi tipi di emozioni di questa stessa natura, il focus viene da loro spostato sulla descrizione dello stato opposto, l’Amore.
Questo costituisce il Pensiero Originale che ha creato tutto ciò che c’è, che ha una natura puramente espansiva, si muove verso l’esterno e irradia, da ogni punto, in tutte le direzioni.
È una grande celebrazione, festa, che dura all’infinito. Quando quell’amore si riversa attraverso il veicolo – fisico, emozionale e mentale dell’entità entro l’incarnazione – quell’amore si muove dal campo base del corpo, il primo.
Questione di tubi intasati
Siamo nel chakra del raggio rosso, il chakra della sopravvivenza, e se è bloccato lì dalla contrazione, dalla paura, si riduce l’energia che lo può attraversare per spostarsi nei centri energetici superiori.
Lo stesso è vero per ogni centro energetico.
Il consiglio che ci viene dato, il primo lavoro sul sé, che ha a che fare con la rabbia, è di riconoscere il suo posto e di perdonarci per avere questa natura che si contrae contro le minacce, che si difende dall’ipotetico nemico.
Ciò che non è amore è illusione, tuttavia ciò che è amore, entro la nostra densità, come lo percepiamo ed agiamo noi, ci dicono che equivale anch’esso, allo stesso modo, ad illusione.
Quindi, quando noi, come ricercatori del senso di noi stessi, ci troviamo ad irradiare pensieri ed energie interiori di ostilità, aggressione, rabbia, collera o risentimento, il nostro primo dovere è … per noi stessi.
Ed è legittimare e supportare quel lato oscuro, poiché il lato oscuro è molto preoccupato per la nostra salute e il nostro benessere ed ha bisogno di essere rassicurato, confortato e sostenuto gentilmente e con amore, come un bambino al seno.
A modo suo, quello che tale nostra ombra esprime, è … Amore, salvaguardia, autodifesa.
Essendo, però, solo l’Amore, una energia di trasmutazione, la risposta di un’anima in evoluzione, al proprio lato oscuro deve essere l’accettazione di una parte meno attraente del sè.
A dire il vero, continuano i nostri amici d’oltre dimensione, potremmo guardare ogni altro sè con cui interagiamo come uno specchio che ci riflette quelle cose che ci piacciono riguardo a noi e quelle cose che non desideriamo siano una parte di noi.
E più siamo arrabbiati con l’altra entità, più stiamo riconoscendo e rispondendo ad una nostra parte.
Sono poi molto carini, a ricordarci che una incarnazione, nella nostra attuale dimensione, non era mai stata garantita fosse senza conflitto e sofferenza. Bontà loro.
La giusta prospettiva
Anzi il nostro sè superiore si rallegra quando percepiamo il catalizzatore (l’evento scatenante) della collera, del risentimento o della rabbia, perché in quel momento stiamo facendo il lavoro che siamo venuti a fare.
Io lo dico sempre di non firmare mai niente senza aver letto le parti piccole!!!!
Continuando sulla disamina della rabbia, i nostri amici tirano in ballo anche la psicologia Adleriana, affermando che è dalle relazioni interpersonali che derivano tutti i nostri problemi.
Infatti la fonte di una grande rabbia è sintomo, simbolo di una dinamica conflittuale fra due entità, noi e un’altra.
Sebbene tutta la paura abbia un blocco nel raggio rosso, molte sensazioni di rabbia generano un blocco anche nel raggio arancione, poiché quello è il raggio in cui si lavora con sè stessi e con un altro sè.
Entriamo nel chakra della relazione, il chakra della pancia, (indicazioni loro), il chakra da cui molte entità proveranno la pulsione del controllo.
La persona che ha una tensione nella parte inferiore della pancia, spesso sta reagendo ad un altro essere che sta tentando di controllarla o sta reagendo perché il sè sta tentando di controllare un’altra persona.
In entrambi i casi, non solo il centro energetico del raggio rosso sta sperimentando dei blocchi, ma anche quello arancione e quando la rabbia ha a che fare con rabbia nei confronti della società, della cultura o dei gruppi, questa rabbia genera un blocco anche nel raggio giallo.
Questo significa che, sebbene l’energia che ci arriva sia infinita, quella che dovrebbe raggiungere il chakra del cuore, affinché possa essere aperto, è un rigagnolo.
Carino questo passo dove Q’uo dice di aver mandato al channelor, Carla Rueckert, la “visione” di uno stanzino, tanto per sottolineare la necessità di estrapolare informazioni da immagini.
Un esempio ed una soluzione di … calma
Nell’esempio proposto, è come se la nostra paura, il nostro blocco, quando sperimentiamo “il catalizzatore”, (l’evento), che crea rabbia, ci chiudessimo in un piccolo e affollato spazio e sentiamo che potremmo esplodere se non riuscissimo a renderlo più largo.
Tuttavia il modo più abile per lavorare con questa rabbia, una volta che è stata identificata, accettata e perdonata nel sé, è vedere se c’è una preoccupazione reale, cui ci si può rivolgere con l’amore stesso.
Distruggere lo “stanzino” però, non è d’aiuto, ce lo ritroveremmo di nuovo tra i piedi fintanto che manteniamo il velo che separa la nostra mente cosciente e quel grande magazzino d’informazioni che si trova sotto la mente cosciente.
Il lavoro comporta, passettino per passettino,osservare con amore il nostro essere che si sposta lentamente e gentilmente di due passi avanti, un passo indietro, dal principio alla fine della vita.
E nel farlo, sentirci bene riguardo a questo, perché il lavoro nella coscienza è un programma di manutenzione. Non è una scuola nella quale farci promuovere.
Il messaggio di Q’uo non si ferma alla posizione singola, soggettiva, che si misura con la soggettività altrui, all’intermo della visione illusoria di Maya, ma va ben oltre.
Ci pone di fronte al nostro contesto .. cosmico, in rapporto con un disegno … cosmico.
Una visione .. allargata
Tutto l’universo creato esiste grazie agli opposti. Esiste perché c’è luce ed oscurità.
Il lato oscuro dentro ognuno di noi è come deve essere, affinché ci possiamo muovere, manifestare in questo momento, in questo posto.
Non possiamo by-passare, rinunciare alla nostra umanità. Non possiamo diventare un’entità senza polarità. Dobbiamo avere il coraggio di esprimere la nostra natura.
Noi siamo, da capo a piedi, entità a trecentosessanta gradi, l’intera sfera della personalità, dallo stato più leggero e luminoso al più profondo e oscuro.
L’abilità si trova nel vedere le nostre emozioni come informazioni che portano energie, che ci offrono i frutti del nostro stesso passato e i semi della nostra trasformazione in un sè sempre più vuoto di pesi, sempre più leggero.
La parte terrestre del sè, il terreno in cui si nasconde la natura oscura, è una cosa pesante, ed è da quel terreno che la verità, la bellezza e quei misteri che ci chiamano, crescono.
Come fratelli maggiori, o amici sinceri, quelli di Q’uo incoraggiano ognuno ad osservare senza paura quelle emozioni oscure, ad amarle e ad accettarle.
A lavorare con loro gentilmente, con ostinazione e anche con ironia, mettendole in prospettiva, vedendole come i vampiri quali sono e permettendo alla compassione di fluire.
Il tutto mentre abbracciamo il lato oscuro nel nostro cuore.
La meta per ognuno è quella di aprire il cuore, sentire, esprimere, “essere” un essere che Ama.
Un augurio
Per inciso, in altri testi l’unica vera chiave di salvezza proposta è il Perdono di sè stessi, per essere quello che si è, cioè l’Accettazione Totale di tutto il contenuto del momento presente, come esso esattamente è.
Tutti, TUTTI, facciamo solo quello che possiamo nella misura e merito di ciò che siamo.
Non so fino a quando l’umanità riuscirà a nascondere nelle pieghe del proprio lato oscuro, questa necessità di accettare che quello che abbiamo visto, voluto, gestito, protetto, studiato finora, sia solo lo sfondo di una recita teatrale.
Nella quale ogni individuo possa recitare una parte qualsiasi, senza farsi carico delle conseguenze del proprio essere, non nella recita, ma sul “teatro” stesso della rappresentazione, nella “realtà” dietro le quinte, dietro Maya.
Dove esiste solo quello a cui tutto, inevitabilmente, ineluttabilmente, rifluisce: l’UNO.