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Mi hanno chiesto un parere personale relativo alla gestione delle emozioni istigate da certi spot televisivi, che richiamano ed amplificano stati di sofferenza, disagio e povertà estrema.
A parte un commento fin troppo scontato sulla strumentalizzazione e l’utilizzo condizionante dello stato emotivo di chi li segue, volente o nolente, da parte dei mass media,… su questi argomenti, io non saprei che rispondere.
Il lavoro quotidiano di essere parte di questo mondo ma non di questo mondo aiuta a contenere le derive emotive, ma definire giusto o sbagliato un concetto quale la “carità” resta un sentire personale.
Curiosando poi in giro, mi è caduto l’occhio su una diatriba sorta tra due pezzi grossi del “sapere emozionale mentale e spirituale”, anche se di fronti … “diversi”.
Osho e Madre Teresa di Calcutta si sono scornati bene per diversi anni, fino all’apice del premio Nobel rilasciato a Madre Teresa.
Lascio quindi a queste due figure, esprimere un parere più “titolato”.
Ormai entrambi sono tra i più, e chissà che non si siano ora riconciliati: sarei curioso di sapere se e chi abbia accolto la visione dell’altro.
Antefatto e “cortesie”
Nel dicembre del 1980 Madre Teresa scrive a Osho in replica a un suo commento sul premio Nobel conferitole.
Ecco la risposta di Osho
“Proprio l’altro giorno ho ricevuto una lettera da Madre Teresa. Ciò che ha scritto nella lettera è sincero, ma è privo di senso. Madre Teresa non sa ciò che scrive, perché ragiona in modo meccanico, come un robot.
Scrive: “Ho appena saputo del suo discorso. Mi dispiace molto per lei, per ciò che ha detto a proposito del premio Nobel che mi hanno dato e per gli aggettivi che ha usato sul mio conto. La perdono con grande amore”.
Ho apprezzato la lettera, ma lei non ha capito gli aggettivi che ho usato. Se li avesse capiti si sarebbe dispiaciuta per se stessa. Gli aggettivi che ho usato sono: “imbrogliona”, “ciarlatana” e “ipocrita”.
Il premio Nobel viene dato a chi funziona in questa società come un lubrificante, così che le ruote dello sfruttamento e dell’oppressione possano girare senza problemi.
La persona veramente spirituale è ribelle. La società la condanna invece di premiarla.
Gesù è stato condannato come un criminale e Madre Teresa è rispettata come una santa.
I ciarlatani vengono sempre lodati dalla società perché sono utili a mantenere lo status quo.
Poco tempo fa c’è stato un disegno di legge al Parlamento indiano sulla libertà di religione. Questa legge avrebbe proibito la conversione a un’altra religione, nel caso non fosse frutto di una libera scelta.
Madre Teresa è stata la prima ad opporsi. Ha scritto una lettera ai politici: “Il disegno di legge non deve passare perché va contro tutto il nostro lavoro. Siamo determinati a salvare la gente, e la gente può essere salvata solo se diventa cattolica”.
La sua opposizione ha creato molto clamore in tutto il paese. Siccome i politici non volevano perdere i voti dei cristiani, il disegno di legge è stato abbandonato.
Personalmente, io non converto nessuno: sono le persone a venire da me. Io non impartisco catechismo o alcuna dottrina.
Io aiuto gli altri a tacere. Il silenzio non è né cristiano né indù né musulmano. Il silenzio è silenzio.
Io insegno ad amare, e l’amore non è né cristiano né indù né musulmano.
Io insegno ad essere consapevoli, e la consapevolezza non appartiene a nessuno.
Per me questa è la vera spiritualità.
Le persone come Madre Teresa sono ipocrite: dicono una cosa ma ne fanno un’altra. Per le cose che le ho detto lei “mi perdona con grande amore”.
Per perdonare qualcuno prima devi essere arrabbiato.
Si dice che il Buddha non perdonò mai nessuno per la semplice ragione che non si arrabbiò mai. Come si può perdonare senza rabbia? È impossibile. Per cui lei doveva essere arrabbiata.
Questo è ciò che io chiamo incoscienza: lei non sa ciò che dice.
Quale crimine avrei commesso per essere perdonato? Basta con questa idiozia che i cattolici continuano a perdonare.
Non ho commesso alcun peccato, quindi perché mi perdoni? Ribadisco tutti gli aggettivi, e ne aggiungo un paio: è stolta e mediocre. Se c’è qualcuno ha bisogno di essere perdonato è lei.
Dice: io combatto il peccato dell’aborto. Se l’aborto è un peccato, i cattolici ne sono responsabili perché si oppongono ai metodi di controllo delle nascite. È questa la causa di tutti gli aborti, sono loro i responsabili.
Per me sono dei grandi criminali.
In questo mondo sovrappopolato, dove le persone sono affamate, opporsi ai contraccettivi è imperdonabile. I contraccettivi sono uno dei contributi più significativi della scienza moderna all’umanità, e potrebbero rendere questa terra un paradiso.
I cattolici sono criminali, ma il loro crimine è tale che ci vuole grande intelligenza per capirlo.
Dice: “Possa la benedizione di Dio essere con lei e riempire il suo cuore con il suo amore.”
Stupidaggini. Io non credo in nessun Dio come persona, quindi non c’è alcun Dio che mi può benedire.
Dio è una realizzazione, non è qualcuno da incontrare. È la nostra coscienza purificata.
Lei scrive per mostrare quanto è religiosa, ma tutto ciò che vedo è una persona stolta e mediocre.
Fine della risposta
Di certo il loro era un dialogo di lungo “respiro” e su diverse argomentazioni, forse non più appartenenti al sentire collettivo attuale, ma di certo centrate sulla consapevolezza.
Questo è un termine difficile da focalizzare: tutit sanno cosa significa consapevolezza, ma come la si mette in pratica?
E’ sapere cosa è giusto o sbagliato?
Questo apparterrebbe di più al termine “coscienza”, all’attribuire un giudizio, per cui sarebbe una risposta condizionata dalle abitudini.
Scaturita dalla storia e dalle esperienze personali di ciascuno di noi.
Non dalla “conoscenza” di ogni risvolto del nostro agire dentro di noi e al nostro esterno, azioni e conseguenze, nell’eterno balletto della responsabilità personale.
Che si nasconde sempre dietro la colpa degli altri.
Allungo il post con le considerazioni di Osho sulla carità, prese dai sui diversi discorsi. mentre quelle dell’ideologia cattolica sono ben conosciute da tutti noi.
… visto in quale nazione siamo cresciuti, almeno quelli della mia generazione, e in cui viviamo.
Osho – Fare la carità – La grande truffa delle religioni
“La povertà è artificiale. È nelle nostre mani distruggere la povertà. Ma tutte le religioni – e tra le più importanti anche il cristianesimo – hanno enfatizzato il soccorso per i poveri. Il soccorso per i poveri non è carità, non è amore.
Perché in primo luogo dovrebbe esistere la povertà? Esiste perché ci sono alcune persone troppo avide. La povertà è un sottoprodotto dell’avidità. Una parte della società continua ad accumulare. Naturalmente l’altra parte della società diventa povera. L’uomo ha vissuto per secoli sotto questo sfruttamento. Questo sfruttamento può essere completamente distrutto.
Tutto ciò che la società produce appartiene a tutti.
La cosa più sorprendente è che i poveri sono le persone che produ-cono e i ricchi sono le persone che non producono. Chi produce è affamato e muore.
Dare soltanto sostegno ai poveri, soltanto soccorso è un’idea molto astuta: protegge lo sfruttamento, protegge i capitalisti, protegge coloro che sono i criminali.
Protegge anche i poveri in modo che continuino a produrre e continuino a soddisfare ambizioni malate di persone patologiche.”
Se la carità non aiuta i poveri, allora chi ne trae beneficio?
“Il semplice continuare a dare un po’ di assistenza ai poveri per mantenerli in vita a livello di sopravvivenza, non lo definirei carità.
È davvero per tenerli in vita in modo che possano continuare a produrre per coloro che sono ricchi e vogliono diventare sempre più ricchi.
Concordo pienamente con Karl Marx sul fatto che la religione è l’oppio dei poveri. Li droga con la speranza di una vita migliore in futuro dopo la morte, se adesso rimangono soddisfatti della loro povertà.
Naturalmente i ricchi, i preti, i missionari di ogni credo hanno fatto grandi chiese e templi per Dio perché hanno capito che se la religione prevale sulla mente delle persone non c’è possibilità di una rivoluzione.
Ciò che ti è stato detto finora della carità è semplicemente il suicidio di tutti coloro che sono poveri e sofferenti. La carità è al servizio dei ricchi; non è al servizio dei poveri.”
Sembra che la carità sia una cospirazione tra i ricchi e le religioni?
“Tutte le persone più ricche del mondo hanno le proprie fondazioni e fiduciarie per la carità. D’altra parte, continuano a sfruttare le persone. Altrimenti, da dove viene la loro super-ricchezza…?
La carità è un gioco strano: prima paralizzi le persone e poi le aiuti. Prima distruggi il loro ambiente, la loro ecologia, e poi dalle stesse persone a cui hai distrutto l’ecologia della terra, arrivano i soldi per la carità …“
Cosa ne ricavano i ricchi? La carità è soltanto una scorciatoia per il paradiso?
“Ogni volta che hai soldi ti senti in colpa. È naturale, perché così tante persone non hanno soldi, come puoi evitare non sentirti in colpa? Ogni volta che hai soldi, sai che qualcuno è diventato più povero per causa tua. Ogni volta che hai soldi, sai che da qualche parte qualcuno morirà di fame e il tuo conto in banca diventa sempre più grande.
Alcuni bambini non riceveranno le medicine necessarie per sopravvivere, alcune donne non riceveranno le medicine; un povero morirà perché non avrà cibo. Come puoi evitare non sentirti in colpa? Più denaro possiedi, più queste cose scoppieranno nella tua coscienza; ti sentirai in colpa.
La carità è per liberarti dalla tua colpa, quindi dici: ‘Sto facendo qualcosa; ho intenzione di aprire un ospedale, ho intenzione di aprire una scuola. Do soldi a questo fondo di beneficenza, a quel fondo… ‘Ti senti un po’ più felice. Il mondo vive in povertà, il mondo vive in scarsità; il novantanove per cento delle persone vive una vita povera, quasi affamata e morente, e solo l’uno per cento delle persone vive con ricchezza e con denaro. I ricchi si sono sempre sentiti in colpa. Per aiutarli le religioni hanno sviluppato l’idea della carità per liberarli dalla loro colpa.
Quindi la prima cosa che vorrei dire è: la carità non è una virtù, è solo un aiuto per mantenere intatta la tua sanità mentale; altrimenti impazzirai.
Virtù o escamotage psichico?
La carità non è una virtù; non è qualcosa di meritevole. Non è che fai qualcosa di buono quando fai carità, è solo che ti penti di tutto il male che hai fatto nell’accumulare i soldi. Per me la carità non è una grande qualità, è un pentimento: ti stai pentendo. Cento rupie che hai guadagnato, dieci rupie che dai in beneficenza; è il pentimento. Ti senti un po’ più bene, non ti senti così male; il tuo ego si sente un po’ più protetto. Puoi dire a Dio: “Non solo stavo sfruttando, ma stavo anche aiutando i poveri.” Ma che tipo di aiuto è questo? Da un lato prendi cento rupie e dall’altro dai dieci rupie – nemmeno l’interesse.
Questo è un trucco inventato dai cosiddetti religiosi, per aiutare non i poveri ma i ricchi. Sia assolutamente chiaro, questo è il mio atteggiamento: è stato un trucco aiutare i ricchi e non i poveri. Se i poveri fossero stati aiutati, questa sarebbe stata solo una conseguenza, un sottoprodotto, ma non era questo l’obiettivo.”
Quindi, cosa si può fare?
“Allora, cosa fare? Il mio suggerimento è: non pensare di poter prevenire la terza guerra mondiale, non pensare di poter cambiare la povertà.
Puoi cambiare solo te stesso.
Lascia cadere la tua avidità, lascia cadere il tuo futuro, lascia cadere la tua mente; diventa più amorevole, diventa più pieno di amore e vivi dal cuore.
E se molte persone iniziano a vivere in quel modo, questo è l’unico modo per cambiare il mondo.
Il mondo non può essere cambiato direttamente perché non c’è anima nel mondo.
L’anima esiste nell’individuo; solo le persone possono essere cambiate. Se rimani un accaparratore – avido, violento, represso – questa società continuerà così. Puoi dare soldi al mendicante e rimarrà un mendicante, perché il denaro non cambia mai nulla …
Dai tutto ciò che puoi dare, condividi ciò che puoi condividere, ma condivi solo per amore.
Non pensare in termini di politica, di cambiare il mondo, altrimenti rimarrai frustrato. Dimentica tutto ciò. Fai quello che ti va di fare.
Se incontri un mendicante e hai una sensazione che sorge in te, fai qualcosa, qualunque cosa tu voglia fare.
Non sto dicendo di non fare nulla; sto semplicemente dicendo che non sperare che tu possa cambiare il mondo. Nulla viene cambiato.”
Quindi la soluzione a lungo termine dipende solo dalla nostra consapevolezza?
“Se hai bisogno di un mondo senza povertà, l’avidità deve scomparire. La carità non aiuterà; non ha mai aiutato.
L’avidità deve scomparire, l’accaparramento deve scomparire.
Questo è quello che sto cercando di insegnarti. Se ami la vita, non diventi mai un accaparratore. La vita è così bella, a chi importa il domani? Ecco perché continuo sempre a ripetere: vivi il momento, e solo allora non ci saranno mendicanti.”
Fine delle citazioni
Come sempre quando si parla di filosofia o di religione, come anche di politica, economia, sanità, ambiente, la distanza tra le diverse angolazioni di visuale è molto ampia.
Vero è che, chi vuole vedere ciò a cui è abituato e in cui crede, ha la possibilità di vedere ovunque le conferme di essere nel giusto.
Basta “oscurare” il proprio spirito critico, un pochino di onestà e soprattutto le versioni discordanti, agire scendo “coscienza”, quella adottata da tutti, e tutto rientra nella “normalità”.