18′ lettera dell’Alef-beit : Tzadik
Riassumo alcuni dei concetti inclusi in un tratto di penna definito lettera di un alfabeto, una delle tante componenti che in una certa lingua consente agli uomini di capirsi (forse) almeno tra di loro.
Peccato che ora non sia più tempo di luoghi chiusi, per cui la necessità di diventare poliglotti ora è di importanza vitale, e che genere di poliglotti: quelli che parlano con gli …Angeli.
Alfabeto ebraico, Alef-beit
L’alfabeto ebraico, chiamato Alef-beit, si compone di 22 lettere, come gli Arcani maggiori dei Tarocchi, ed ognuna di loro è identificata da una forma precisa,o aspetto grafico, da un suo suono o significato del suo nome, dal suo valore numerico come rappresentante i numeri dall’1 al 10 e poi le decine e le centinaia, (dall’1 al 400).
Tre aspetti che richiamano tre forze, energie, entità che presiedono l’apparato conoscitivo dell’essere umano: la vista per la forma, l’udito per il suono, e l’intelletto per il significato di ogni singola lettera.
Infine considerando anche l’aspetto del suo numero d’ordine nell’alfabeto, (1′-2′-3′-4’…22′), associando ad ogni lettera un numero, è facile comprendere come si possa “giocare” con ogni possibile combinazione numerica resa possibile dalle 4 somme aritmetiche.
Ognuno di questi aspetti ha poi esistenza su diversi piani dimensionali, per cui ogni lettera ha un suo esistere particolare a partire dal livello materiale fino a quello Divino.
la nostra Tzadik
La forma della Tzadik richiama un albero che si protende verso l’alto, e il glifo base della Cabalà è proprio l’Albero della Vita, i cui frutti sono destinati a reintegrare l’umanità nella condizione perduta alla scacciata dall’Eden.
Essendo legata al periodo gennaio-febbraio, (i mesi ebraici sono da metà di uno a metà dell’altro) direi che siamo in tema, ma soprattutto il legame all’Acquario si addice a questi tempi.
Nella forma arcaica della Tzadik si notano altre due lettere dell’alfabeto, la Yud che rappresenta la qualità dell’anima chiamata Sapienza (Chokhmà), e la Nun che invece è la qualità chiamata Intelligenza (Binà).
La tzadik quindi assume in sè l’intuizione della sapienza a cui aggiungere il segreto delle 50 porte dell’intelligenza, un concetto caro alla Cabalà, il totale dello scibile umano di pertinenza di Binà: stiamo parlando dell’unione dell’emisfero destro con quello sinistro del cervello umano, nuovo paradigma evolutivo dell’Era dell’Acquario.
Come significato questa lettera viene associata all’amo da pesca, al senso di tirare verso qualcosa, un senso di inevitabilità, l’attrazione di un desiderio; altro concetto da aggiungere quello di giusto, una persona giusta, una stabilità di intenti e di coerenza, senza compromessi.
Perchè tutti questi significati diversi per una sola lettera, suono, forma e valore numerico?
Qabbalah, o Cabalà
Dipende da quello che è e rappresenta la Cabalà; il termine stesso tradotto letteralmente significa “ricevere” o “ricevuta”, quindi si collega direttamente ad informazioni ottenute da altri enti, superiori, Dio stesso attraverso i suoi esponenti di spicco.
E’ la somma dei meccanismi di funzionamento della natura e del ruolo dell’uomo in tale dimensione, nonchè l’indicazione delle entità che ne presiedono il corretto svolgimento.
La Cabalà studia la Torà (o Torah), cioè i 5 libri che compongono il Pentateuco: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio.
La Torà ha molteplici livelli diversi di significato a partire dal primo, letterale di ogni singola parola, fino a quelli più reconditi che richiedono una particolare tecnica per essere svelati.
Questo insieme di regole di lettura viene definito Ghematria e consiste nell’applicare quello che Dio ha fatto con le lettere dell’Alef-beit, come indicato in un testo base.
Infatti, lo Sefer Yetzira recita: “Le ventidue lettere Fondamentali, le incise, le plasmò, le combinò, le soppesò, le permutò e formò con esse tutto il Creato e tutto ciò che c’è da formare nel futuro”.
Come a dire: “In principio era il Verbo (Lógos), e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste”.
(Ognuno racconta la verità, che essendo tale è UNA SOLA VERITA’, ma è in grado di rendere a parole solo quello che personalmente ha percepito in base al livello della propria coscienza).
Ghematria
Chiusa la parentesi e tornando al perchè dei diversi significati, ultima precisazione è che la lingua ebraica, scritta da destra a sinistra, non contempla le vocali, per cui essendo solo consonanti, si comprende come i significati che sia possibile estrarre da ogni singolo gruppo di consonanti e dalle frasi intere siano in numero consistente.
Infatti con la ghematria si lavora sul significato di ogni lettera, oppure si eseguono permutazioni, spostamenti delle lettere nella stessa parola o frase, cambiando loro di posto per vedere che effetto fa, cioè se si ottengono altre parole di senso compiuto e collegato al contesto della parola iniziale, e poi i numeri.
Scherzando un pochino, … l’Eden ritrovato … per gli amanti di enigmistica.
Ancora sulla Tzadik
Tornando alla nostra Tzadik, come posizione nell’alfabeto, la 18esima lei richiama le radici della vita, il senso del vivo, vitale, un augurio di benessere; il suo valore numerico, 90, richiama la manna, l’acqua e il concetto di Re, della vita, elementi di vita, di fertilità e di continuità.
18′ dei Nomi di Dio
Il 18esimo dei 72 Nomi Divini, altro must cabalistico, ha il significato di “recipiente”, quello in cui dovremmo trasformarci per contenere le benedizioni che discendono dai piani Divini al nostro indirizzo; è aiuto ed assistenza e richiama il senso della modestia, innalza alla ricerca della misericordia Divina favorendo la capacità di ricezione ed accettazione dell’altro in equità ed armonia.
Le te energie angeliche che accompagnano questo Nome hanno questi significati: “Dio è la mia stella”, “L’acqua Divina, che riempie ogni bisogno”, e “Dio è alla mia destra”.
Scritto lettera per lettera, da destra a sinistra, la tzadik è composta da una tzadde una daleth e una yud, rispettivamente con valore 90-4-10 per un totale di 104, numero con anche il significato di conforto, consolazione.
Altri significati, connessioni, riferimenti derivanti da una sola lettera di questo alfabeto, sono innumerevoli.
Tzadik nel Libro di Thot
La Tzaddi, nel mio personale mazzo di Tarocchi, e nel nuovo linguaggio dell’Era dell’Acquario è sinonimo di Gentilezza, la gentilezza del figlio del mattino, l’IMPERATORE, colui che crea nel mondo materiale i presupposti di una vita serena ed appagante.
E’ il signore dei 4 elementi, alla sua radice pone la consapevolezza di essere emanato dal Divino per esprimersi proprio nella materia quotidiana; l’armonia è data per scontata, ma il cammino è costellato da eventi di completamento della propria personalità, per essere accettazione, adattabilità, flusso, intercambiabilità.
Le tre lettere che compongono il termine Tzadik, danno ulteriori connotazioni caratteriali a questo signore; la Tzadik è accostata appunto alla lama maggiore 4, l’Imperatore, la Dalet alla lama 3, l’Imperatrice, ecco la fusione maschile femminile, alla Yod la lama 9. l’Eremita, il fondamento, il giusto, il saper vivere in equilibrio fondendo il razionale e l’inconscio consapevole.
Un altro appunto
Una considerazione ulteriore: il Vector Equilibrium è un vettore energetico in trasformazione, che si mantiene equilibrato sul suo centro, nonostante le modificazioni di forma.
Sue singole determinate composizioni, ottenibili dalla sovrapposizione dei diversi quadrati e triangoli che compongono la sua superficie, proiettano ombre che richiamano ognuna delle singole lettere dell’Alef-beit.
Per gli altri aspetti del Vector Equilibrium, date un’occhiatina a questo articolo, e considerate il mio accenno ad una sola verità, in questo altro post, sempre sul sito www.altrogiornale.org.
Tanta roba, se si fanno le pulci ai simboli con valenza esoterica, vero?
Annotazione finale
Per amore di precisione e per evitare critiche, ricordo che la lingua ebraica è formata da ideogrammi, cioè disegni: “scrivere” le stesse cose usando le lettere del nostro alfabeto non sarà mai corretto; infatti la cosidetta traslitterazione fa si che leggendo testi in inglese, italiano o francese o latre lingue, si vedranno le parole ebraiche scritte in modi diversi, f oppure ph, à oppura ha, yod oppure yud, Tzadik o Tzade o Tzadde, ecc ecc.
Lo stesso tetragramma, il Nome di Dio che in italiano semplicemente sarebbe Iavè, in inglese viene riportato YHWH, mentre sarebbe sempre e solo: