Io sono ..”morto”?
Visto che parlo, ascolto, vedo, e mi godo il profumo ed il sapore avvolgente di un bicchiere di refosco, direi che ancora non lo sono.
Quindi sarebbe meglio che ci intendessimo sui termini. Nell’enciclopedia Treccani (una tra tante, se non vi piacciono i cani cercate su google e scegliete tra gli altri 25.200.000 risultati) la morte è …
Definizione di morte
“…la permanente cessazione di tutte le funzioni biologiche che sostengono un organismo vivente. Si riferisce sia a un evento specifico, sia a una condizione permanente e irreversibile. Con la morte, termina l’esistenza di un vivente o più ampiamente di un sistema funzionalmente organizzato. La morte non può essere definita se non in relazione alla definizione di vita, anch’essa relativamente ambigua.”
Cessazione di funzioni biologiche, correttamente, richiama alla mente un organismo che ne abbia bisogno per ..essere; appunto, per vivere.
Organismi non…. biologici
Cercando evidenze del temine channeling, però, impariamo che il contatto con entità, spiriti, fantasmi, anime di trapassati, esseri extra-terrestri, extra-galattici, extra-dimensionali, è frequente come bersi un caffè al bar. (quando ce lo lasciano fare).
E tutti questi ..soggetti si esprimono, ragionano, interagiscono alle domande ed evidenziano volontà e desideri, ma non hanno un organismo vivente inteso come corpo fisico, biologico, forma.
La loro interazione con il mondo dei “vivi” non è sporadica o casuale, ma duratura e continuativa nel tempo per anni ed anni, un vero percorso di insegnamento paragonabile al diversi corsi di laurea insieme.
Non è nemmeno necessario cercare nelle Americhe o in Oriente per questi fenomeni.
Testimonianze del dopo
Là i casi più famosi del secolo (sic) scorso sono innumerevoli a partire dai lavori della LL Research che hanno canalizzato il complesso collettivo di mente corpo e spirito di QUO, fonte del Materiale di RA, analizzato da scienziati e studiosi per le valenze scientifiche delle comunicazioni.
Oppure il materiale di Seth, entità cosciente e pensante che non si serve di un corpo fisico per dettare diversi libri, con il bene-placido della medium Jane Roberts, anche quelli passati al setaccio dalla scienza ufficiale.
Le comunicazioni di Kryon, rese pubbliche attraverso il canale Lee Carrol, impregnate di informazioni legate alle strutture energetiche del pianeta ed ai tempi evolutivi attuali.
Da affiancare alle comunicazioni degli Hathors, che fanno luce su quanto avviene nei nostri corpi e nella nostra mente a causa dei nodi caotici energetici del nuovo millennio, e che ci consegnano i codici sonori necessari per sostenere i nostri organismi biologici attraverso l’ausilio di Tom Kenyon.
L’oriente è la patria del paranormale, basti pensare alle folle di quelli che si erano e si sono persi e sono andati e vanno a ritrovarsi in India, per esempio. Lì le personalità umane di spicco sono innumerevoli, e hanno dettato legge nel mondo della spiritualità: Krisnamurti, Yogananda, Osho, Aurobindo e una enormità di altri.
Per mia ignoranza, però, non sono al corrente di canalizzazioni da entità non incarnate: di certo i testi di teosofia di fine 1800, (2 secoli fa!) poi ripresi in occidente negli anni ‘930 da Rudolf Steiner ed altri, possono essere attribuiti al canale “orientale” quando derivanti dal Maestro Tibetano, che ha insegnato diverse cosucce sulla struttura e funzionamento di energia e organismi biologici e planetari e cosmici.
Il dopo morte italiano
Restando nei prati di casa, altri organismi NON biologici ma decisamente vivi e vegeti e anche ben-pensati, direi, li troviamo nell’entità chiamata A. canalizzata dal medium Corrado Piancastelli, che in un clip youtube (ce ne sono diversi e tutti interessanti) ci racconta l’esperienza della sua morte/non-morte.
Sempre rigorosamente in italiano anche le comunicazioni delle entità del Cerchio di Firenze 77 che, attraverso il medium Roberto Setti, hanno lasciato diversi libri di stretta e rigorosa logica razionale utilizzata per tentare di farci comprendere l’immensità dei mondi e della vita “dopo la morte”.
Comunicazioni più recenti rese pubbliche in ogni dove del nostro globo, moltissime anche dall’Italia, ne possiamo trovare aggiornate sul sito Stazione Celeste, che si propone di ampliare la consapevolezza verso queste realtà.
Ergo…
Pertanto, basta con questa paura del nulla: la vita non finisce con la morte del nostro corpo fisico, il componente biologico che sostiene il nostro “organismo vivente”, che non è limitato al solo corpo fisico.
Però…
É però vero che, ad un certo punto, un “sistema funzionalmente organizzato” e costituito per consentire ad un’anima energetica multidimensionale di sperimentare sensazioni, emozioni, sentimenti, azioni e reazioni ad eventi catalizzatori, in full immersion in un ambiente di energia a bassa vibrazione, solidificata …. possa fare cilecca.
Ma questo avviene sempre solo e quando e non prima che l’anima, alla fonte di tale sistema, abbia deciso che la sua esperienza si sia conclusa, o si sia raggiunto un punto di svolta necessario per altre dimensioni di coscienza, e quindi ritenga questo “sistema funzionale” non più necessario e se ne sbarazzi.
Da qui il terrore della propria morte e gli innumerevoli meccanismi psicologici, emozionali e pratici per evitare di pensarci, compresa la fuga verso lo spirituale, ma fatta sempre e rigorosamente da “vivi”.
E’ una fatica inutile; la morte, il concetto, l’esempio, l’idea di un avvenimento che ponga fine a quello che pensiamo di essere e vogliamo essere la vediamo ogni giorno nelle vesti più disparate intorno a noi.
Cosa significa .. morire ..
Con la morte cessa il supporto biologico al nostro essere per cui non si respira più e la conseguenza è la chiusura degli occhi, la perdita dell’udito, la impossibilità di gustare ed annusare e toccare qualsiasi cosa.
I nostri 5 affezionatissimi sensi fisici non ci sono più, per cui possiamo definirci “morti” rispetto l’ambiente fisico che ci circondava ogni giorno.
O quantomeno l’ambiente fisico fatto da oggetti, luci e colori, suoni e rumori, profumi e puzze, cose lisce e cose ruvide, calde o fredde.
Ma tutte le altre componenti del nostro “essere vivi” dove le mettiamo?
Le sensazioni , le emozioni, i pensieri, belli o brutti, i desideri, tutto quello che ha fatto parte anche prioritaria del nostro senso di essere vivi non ha mai avuto una forma fisica, ma sappiamo bene quanto peso abbiano nel nostro quotidiano.
Ebbene, i nostri amici d’oltre velo, ci assicurano che tutta questa “apparecchiatura” continua a funzionare, rimane di nostra pertinenza, è ancora a nostra disposizione, il senso dell’IO SONO rimane anche dopo aver esalato l’ultimo fatidico respiro.
Fai finta che sia vero
Per una volta in vita tua concediti di fare finta che sia vero, come è vero: allora la questione si riduce a come e dove mangiarsi un gelato in un mondo dove il gelato e la gelateria non si sa dove sia e come sia fatta.
Direi però che il lato drammatico, terrorizzante, ha perso colore, a questo punto. E’ solo questione di “linguaggio”, di “mappe”, di imparare a come muoversi ed interagire in un ambiente diverso dal solito, ma sempre “vivibile”, in una modalità “diversa”.
Ecco che diventa allora importante qui ed ora, adesso e non dopo, iniziare a trattare con i primi rudimenti di questa nuova realtà, di questa nuova lingua e stato di essere che ci consenta di sentirci vivi anche se diversi.
I tempi sono cambiati ed oggi sono cambiati a livello planetario, non nel singolo paesello e nella singola nazione dall’altra parte del pianeta. Qui è l’umanità che si gioca il proprio/diritto dovere alla sopravvivenza sua e del pianeta stesso, a tutti i livelli dimensionali esistenti.
La partita finora è stata giocata sul dominio della componente fisica del nostro habitat, disconoscendo ogni informazione, vecchia come il tempo stesso, volta a riconoscere l’esistenza di un contesto enormemente più ampio nel quale noi siamo una delle tante componenti e come tali, chiamati ad agire in rispetto di tale realtà.
La vera realtà
Una realtà che per metà è spazio, materia, e l’altra è tempo, cioè coscienza di essere. È un meccanismo cosmico quello che adesso ci pone di fronte alla necessità di prendere atto dell’altro lato di noi stessi, finora malamente bistrattato, quello metafisico.
Tutto l’universo, in ogni ordine e grandezza, piano e dimensione, è vivo, cosciente, infinito, in costante mutazione, cambiamento, trasmutazione: in una sola parola, in evoluzione.
Questo stesso ultimo termine, da un qualsiasi dizionario etimologico, da evolutio-onis , svolgere il papiro, richiama esattamente il significato ultimo della vita , che è: “svolgerla”, dispianarla, viverla, goderla in ogni suo aspetto; è un termine su cui meditare, in me richiama dal mio profondo una sensazione di ampiezza, apertura, libertà, la visione di una strada lunga e diritta che si perde nell’orizzonte.
Verità
La paura di perdere tutto quanto noi pensiamo di essere, qui ed ora, che ci riteniamo vivi, è proprio la vera morte di quello che siamo: anime di luce eterna che esplorano l’infinito.
Facciamoci il regalo di sentirci parte di un tutto che è vita, dal singolo atomo di materia fino all’idea più sublime che lo ha creato.
Iniziamo a scoprire la definizione di VITA, anch’essa ambigua, dice la Treccani, ma solo perchè la incateniamo ad un inizio e ad una fine, un ciclo chiuso in sè stesso e poi il nulla, mentre non esiste altro che VITA, continua, totale, eternamente cangiante e in trasformazione.
Ricerca te stesso
Entra nei tuoi stati alterati di coscienza, ricercali nei modi che preferisci e vivi l’infinito che è in te.
Ci ritroveremo di certo ad un qualche incrocio di correnti di energia cosmica e non per bere un whisky al roxy bar, ma per scambiarci informazioni dell’Essere.