Libero arbitrio
Esiste, il libero arbitrio? Quale “senso” si può attribuire a questa espressione, definita nei dizionari come “la capacità di scelta nell’operare e nel giudicare”?
Tutti i giorni siamo di fronte alla necessità di applicare questa “capacità” al meglio delle nostre possibilità, in una vasta gamma di situazioni, nelle quali siamo chiamati a “scegliere”.
E la nostra scelta comporta agire in un determinato modo, che inevitabilmente impatta sugli altri, sui loro piani spirituali, mentali, emozionali, generando altra necessità di scelta da parte loro.
I quali si troveranno a dover agire in funzione, in risposta, in reazione a quello che noi abbiamo mosso come primo passo, o come ennesimo passo di un balletto iniziato la notte dei tempi.
Anche adesso vi sono uomini e donne, famiglie, popoli, razze, che si fronteggiano da tempo immemore, ormai solo per inerzia, per abitudine, per tradizione, non certo perchè abbiano presente la causa prima del tutto.
Ci sono quindi dei motori che azionano il nostro agire in modo quasi automatico, che si attivano non appena viene pronunciata la parola magica che accende l’invidia, l’ansia, la frustrazione, l’odio, la paura, l’egoismo, l’attrazione, il desiderio, la necessità di essere riconosciuti, osannati, seguiti.
Sistema chiuso
Questa lista potrebbe allungarsi all’infinito, perchè infinite sono le emozioni dell’essere umano che si confronta con un ambiente dato, finito, un sistema chiuso entro il quale tutto viene consumato e sperimentato.
Infatti non si può che definire chiuso un ambiente nel quale si nasce, si cresce in una famiglia, contornati da idee, credenze, intenzioni, si impara un modo di comportarci consono alla comunità sociale, esterna, più allargata, ma sempre figlia dei singoli, e si ripetono gli stessi passaggi di sempre, lavoro, famiglia, inciampi di ogni tipo.
Questo protratto per meno di 100 anni che volano in un lampo, fino al momento della resa dei conti con noi stessi e la nostra vita, i rimpianti o le benedizioni, ancora con un altro desiderio, di lasciare a qualcuno una eredità di esperienze, personali e differenti dalle altre solo nella nostra convinzione, per poi liberare il posto ad un altro essere.
Qui veramente non esiste il razzismo: su questo pianeta, una palla di materia densa di 40.000 km di diametro, tutte le espressioni migliori della evoluzione biologica, noi essere umani, seguiamo lo stesso percorso, più o meno facilmente, più o meno felicemente.
Da questa via, da questa vita, non si sfugge. Dove dunque identificare il libero arbitrio?
Cos’è il libero arbitrio?
Nella sua stessa definizione, ed eccoci tornati all’inizio, il cerchio si è chiuso, ancora una volta si è di fronte alla necessità di comprendere la causa del tutto; capacità di scelta nell’operare e nel giudicare.
Operare nel mondo, agire, fare rotolare a monte piccole sfere di energia, volontà intenzioni e desideri con la consapevolezza che alla fine del loro viaggio, a valle, come una valanga avranno travolto, distrutto, inglobato modificato per sempre tutto quanto fosse sul loro cammino.
Attenzione a non essere travolti dalla stessa energia. Risucchiati in un vortice che ci conduce fino in fondo al nostro essere, nei piani più in ombra dove sono accatastate tutte le nostre questioni irrisolte.
Giudicare nel mondo, etichettare ogni componente, altro da noi, che debba rispondere sempre e comunque al nostro infallibile giudizio che non cambia mai, fermo come una roccia, e che non consente variazioni, ripensamenti, miglioramenti, errori di valutazione.
Attenzione al momento di chiusura del cerchio, quando inevitabilmente dovremo fronteggiare tutti i nostri stessi irremovibili giudizi, uscendo dalla protezione dello specchio, del manifesto, dello spot pubblicitario che abbiamo utilizzato per nasconderci.
Come applicarlo?
Allora diventa comprensibile il lavoro indispensabile per incrementare, migliorare, portare alla maestria la capacità di scelta, che, come ogni altra abilità, deve essere allenata, sperimentata, perfezionata e mantenuta flessibile, aggiornata in base alle nuove esigenze ed ai nuovi tempi ed ambienti fisici ed energetici.
I manuali che insegnano a farlo sono innumerevoli, come le varie filosofie e scuole e maestri a contorno, ma per comprendere è necessario parlare la stessa lingua, provare le stesse emozioni, condividere lo stesso “sentire”, vibrare alla stessa frequenza, librare negli stessi colori.
nessuno però potrà mai prescindere dal conoscere, approfondire, analizzare ed elaborare, cioè modificare, quello che siamo noi stessi.
Questo percorso di trasmutazione è il cambiamento che dalla consapevolezza di noi stessi ci traghetta alla coscienza di chi siamo cosa facciamo e dove stiamo andando, nella piena responsabilità di ogni nostra singola SCELTA e di ogni conseguenza che ne derivi a carico degli altri e di noi stessi.
La prova del nove di una corretta scelta, di una espressione di libero arbitrio, è semplice come tutte le cose che sono non il racconto di una ennesima verità, ma LA verità: non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te.
Metodo di applicazione della capacità di scelta nell’operare e nel giudicare: non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te.
Difficile, vero?