Voci dal … buio – 2

Come potrebbe essere la visione … dall’Aldilà del Diquà?

Gentilmente, diverse entità hanno fornito la loro visione del nostro piano esistenziale; tra queste l’immagine marinara è tra le mie preferite, e anche più semplice da elaborare.

Dalla più ampia prospettiva dello spirito, la vita umana appare come un quadro vivente in cui la forma e la sostanza della vita terrena sono rappresentate come un mare, un oceano, sul quale ogni vita è una barca.

Spesso quest’analogia ci si presenta nei sogni, (e non solo: Gustavo Rohl, per esempio,  dipingeva quadri “vivi”, con soggetti che si muovevano sopra la tela).

Un quadro siffatto rivela vari aspetti e fasi della vita terrena: il mare può essere in tempesta, il cielo grigio, e poi di nuovo il sole torna a brillare e le acque si calmano, finché non giungerà la prossima tempesta.

E così si alternano gli eventi, fino a quando il viaggio non giungerà alla sua destinazione, la terra ferma del mondo dello spirito, la nostra vera Casa.

Perciò tutto dipende da quanto bene riusciamo a governare la nostra barca/vita.

Molti di noi sono capitani abili, esperti e addestrati, e come tali non temono il pericolo; dirigono bene la loro piccola barca attraverso gli elementi e nei periodi di calma e bonaccia recuperano le forze per la tempesta successiva.

Altri s’innervosiscono e, quando si prospetta una tempesta, perdono il controllo.

Altri ancora sono così spaventati che, nell’estremo terrore, non riescono in nessun modo a governare la loro barca, lasciandola andare alla deriva attraverso le tempeste della vita, non traendone alcun senso.

Le turbolenze atmosferiche, i temporali, gli uragani, le nuvole che si ammassano sulla tela sono le prove che la vita ci porta, durante le quali solo sensibilità ed intuizione aiutano a riconoscere dove la nostra piccola barca si trova in ogni momento.

Visto che gli impulsi vitali di questo piano quantico sono incentrati sulla dualità, i venti  e le tempeste non fanno altro che spostarci da dove siamo in un altro posto/stato.

E’ innegabile la lotta quotidiana tra quello che vorremmo e quello che riusciamo ad ottenere, tra il piacere e il dispiacere, tra la felicità a volte esaltata e la frustrazione deprimente del fallimento.

Ovviamente con le diverse sfumature tra un opposto e l’altro.

E proprio questo viene esaltato e posto sotto attenzione dalle entità che si sono fatte carico della comunicazioni … evolutive.

Il senso del “navigare”

L’analisi del nostro stato interiore, da porre come base e focalizzazione centrale del nostro essere qui, e della necessità di non essere prede degli opposti.

La ricerca di un sentire interiore che ci ponga a mezza via tra i due piatti della bilancia, uno pro e l’altro contro, la ricerca della capacità di fondere il più e il meno, di incurvare la retta delle differenze e chiudere il cerchio.

Le tecniche indicate sono infinite, come infinite sono le sfumature delle emozioni umane, nei piani che attraversiamo ogni giorno.

Perchè sempre di un viaggio si tratta, ma nel territorio che falsamente crediamo di conoscere di più: noi stessi.

Il punto di partenza non potrebbe essere più diverso per ognuno di noi: per questo anche dentro una famiglia nascono guerre irriducibili tra punti di vista, convinzioni, giudizi.

Fratelli che sembrano di pianeti diversi, mariti e mogli che ad un certo momento non si riconoscono, figli che rinnegano la loro origine di sangue e materia.

Nell’ombra di tutti, i meccanismi mentali che generano il senso del bisogno, dell’autodifesa, del sentirsi minacciati, del mancato rispetto di quello che vediamo allo specchio, a cui immagine è stato fatto addirittura Dio, il dio interiore che ognuno vuole realizzare dentro e fuori di sè.

Anche a scapito di ogni altro essere vivente del pianeta.

Molte informazioni e analisi che ci arrivano dall’Aldilà, se veramente elaborate, sono feroci nel definire quello che noi invece consideriamo la “normale vita quotidiana”.   

Ad maiora semper

Nelle comunicazioni di maggiore livello, però, traspare la comprensione, l’accettazione di questo nostro pianeta così feroce e allo stesso tempo perfetto, per le possibilità di elevazione che offre a ciascuno di noi.

Perchè non può non esserci un senso a tutto questo, non può non esistere un Dio che per fortuna non sia simile a noi, da cui copiare il migliore modo di esistere quando ci guardiamo allo specchio.

Non mancano quindi le rassicurazioni sulla via che stiamo percorrendo e sul fatto che in ogni caso è sempre una via verso il meglio; ci sono inciampi, fermate, momenti di stasi, ma nel momento giusto per essere percepiti per quello che sono.

Un approfondimento del punto nave per poi riprendere la rotta giusta.

Sempre dall’altra parte del Velo dell’Abisso pervengono anche approfondite precisazioni dei percorsi e dell’azione delle forze cosmiche al lavoro, metodiche di applicazione di Luce creativa, suggerimenti per come sostenere le precipitazioni karmiche e mantenere l’intento originale.

Solo una forte intenzione di comprendere, cambiare prospettiva, percorrere sentieri diversi, può fornire l’energia necessaria per elevarci fino a farci sentire dagli enti superiori.  

Strumenti

E non siamo senza armi, anzi, ci viene costantemente ricordato il potere di ogni nostro singolo pensiero, se ripetuto in sintonia con l’equilibrio cosmico, il potere di ogni nostra singola parola, se pronunciata con coscienza, consapevolezza e rispetto del libero arbitrio altrui.

Anche che ogni nostra azione si riflette nell’universo, esprime il suo effetto e poi ritorna al padre, cioè a noi stessi, in un momento o nell’altro, ma senza errori e senza variazioni.

Come ogni nostra esitazione nell’esprimere il meglio di quello che potremmo essere e fare, ma che per comodità rimandiamo ad un domani che non arriva mai.

Quindi siamo istruiti, seguiti, sostenuti, protetti, aiutati, confortati, proprio dal mondo dell’Aldilà, ma solo dall’aldilà di quello che noi poniamo come ostacolo insuperabile solo perchè accettare il nuovo comporta … cambiamento.

App-rendere?

Oggi è imperativo apprendere una nuova lingua e un nuovo modo di agire, quello dell’energia di Luce (Materia), Luce (Volontà Intelligente), Luce (Coscienza Divina), e le informazioni per farlo sono addirittura sovrabbondanti.

Esiste da parte di ogni singolo essere umano una pari volontà e determinazione di accettare di essere solo uno dei componenti del quadro e non l’intera opera creativa?

Di farsi carico della responsabilità di fare la propria parte al servizio di un progetto Cosmico Infinito, impossibile anche da intuire?

Di accettare di non sapere nulla della vera realtà di noi stessi, e di lasciarci guidare dal mondo invisibile?

La storia narra di innumeri civiltà nate, cresciute, scomparse nel tentativo di aggiungere un singolo pezzo al puzzle, con i mezzi a loro disposizione, ognuna aggiungendo un quid in più.

Noi siamo eredi delle esperienze passate, ma anche pionieri del nuovo per cui il lavoro, qualsiasi sia la strada seguita, adesso, è di eliminare il vecchio ciarpame fisico, mentale emotivo e spirituale per fare posto a nuove visioni.

Il dominio sulla materia fa parte di una fase passata; ora servono strumenti per plasmare l’energia, che noi stessi, inconsapevolmente, emaniamo ed espandiamo intorno a noi, per poi subirne le conseguenze disarmoniche.

Troppo lavoro? Troppo difficile?

Se ci pensi un attimo, se tu fossi l’artefice inconsapevole della tua infelicità, rifiuteresti la Luce che ti indica la via per la serenità?

Pur ancora pieno di te stesso, nell’arroganza del sapere terreno e della visione egoica del “tuo” mondo personale, ..

se solo fosse vero questo racconto dall’invisibile,

un qualche dubbio, sulle tue granitiche convinzioni, non ti sarebbe salutare?

Cogita

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *