Che ci sia ciascun lo dice… dove sia nessun lo sa, e non è l’araba fenice, ma la vita dopo la morte.
O meglio, una continuità di coscienza di sè, dopo la morte del corpo fisico.
E non è nemmeno vero che ciascuno lo dica, visto che la paura della fine della quotidianità, come la intendiamo noi, è sotto ogni nostra azione o pensiero.
Le paure sono scatenate da infiniti catalizzatori, ma la radice prima ed ultima è Il senso della perdita.
Paura di non essere
Di dover fare a meno di qualcosa che in questo momento fa parte delle nostre abitudini, dei nostri possedimenti, un simbolo della nostra capacità di gestire l’essere qui ed ora.
Che sia un lavoro, una persona, un compito, un oggetto, una sensazione o una immagine di noi stessi, questo dipende dalla nostra propensione verso la materia o lo spirito.
E da quale parte si stia, viene facilmente identificato se si chiede un parere sulla morte; semplicemente sulla consapevolezza della inevitabilità che tutto è una velocissima corsa verso l’oblio della personalità.
Chi scansa il pensiero con due battute di spirito, non ha tempo voglia o coraggio di soffermarsi su questo punto basilare dell’essere “in attività”; che prima o poi finisce.
Una sana meditazione su questo punto, a mio avviso, renderebbe ogni essere umano molto più ragionevole su quanto sia improrogabile, per il proprio ego, e quanto possa essere relegato tra le sciocchezze senza importanza.
Fatto sta che le assicurazioni non coprono il rischio di non trovare nulla, una volta passati … di là.
Prove e testimonianze
Però basta dare un occhio alle testimonianze di chi è transitato, anche solo per poco, dall’altra parte per prendere il coraggio a due mani ed affermare il mantra risolutore di ogni dubbio:…
… facciamo finta che sia vero, …
…cosa cambia dentro di me? Come variano le mie sensazioni, percezioni, giudizi, convinzioni, paure?
Una volta definito spiritismo, ora channelling, sembra che dall’aldilà non abbiano altro da fare che cercare di comunicare con noi, tanti sono i libri e i medium e i canalizzatori in attività.
Qualche anno fa andavano di moda i contatti con anime di trapassati, famosi o meno, impegnati a svelare gli arcani degli esseri umani, la realtà e i dettagli del mondo post mortem, e non solo di quello, anche del funzionamento dell’universo stesso.
Il Cerchio di Firenze 77, la Dimensione X di Andrea, Edgard Cayce, Chico Xavier, tra i classici e poi M. Blavatsky, Annie Besant, Rudolf Steiner, Allan Kardec e via di seguito.
Oggi le comunicazioni arrivano anche da fonti più moderne, più tecnologiche, soprattutto da alieni di varie specie orbitanti, pare in massa, intorno al nostro pianeta, molto incentrate sui cambiamenti a cui, volenti o nolenti dovremo assistere.
LL Research con il materiale di Ra, Anne Givaudan, Vital Frosi, Wyvamuss, Kryon and so on.
Tutto è interessante, fonte di sapere e quindi in grado di semplificare o complicare la vita di ognuno di noi, a seconda di come si affronta questa massa di informazioni difficilmente verificabili, toccabili con mano.
Tutta le nostra cultura è “pratica”, definita da un qualche problema a cui prestare soluzione concreta, visibile, replicabile.
Fuori dai 5 sensi nulla esiste, mentre l’Aldilà è proprio un centimetro dopo lo spartiacque, ma non viene … dopo, è già presente in questo preciso momento, interconnesso, fuso con il mondo “5 sensi”.
Libero arbitrio o chiusura
Accettare che ognuno di noi sia una entità multidimensionale, cioè che vive in diverse dimensioni contemporaneamente, alcune materiali, altre immateriali, richiede prima di tutto una mente aperta, molto aperta.
Perseguire l’intenzione di fare esperienza di noi stessi, che da qui entriamo nell’aldilà, nell’infinito cosmo del nostro subconscio e da lì poi comunichiamo con altre entità “del posto”, richiede una forte volontà e tante informazioni.
Passare dal piano fisco a quello emotivo e poi il mentale dei desideri e quello superiore, per finire nel causale … e ritorno, … richiede le pulizie di Pasqua del sè, per cui sopportazione ed accettazione dell’imprevisto.
Ma soprattutto la voglia di farlo.
Da qui, dal nostro libero arbitrio, nasce lo spartiacque tra visibile ed invisibile; una volta passata la linea, però, sarà impossibile tornare quelli di “prima”.
L’espansione della coscienza che deriva da queste pratiche modifica radicalmente le proprie sensazioni fisiche ed emotive.
Cambia i riferimenti razionali vecchi per fare posto a visioni espanse del nostro essere, rispetto ad un ambiente che di colpo diventa infinito, senza gli abituali riferimenti di spazio e tempo.
Ponti tra il nulla
Creare ponti tra questi mondi, dimensioni, stati d’essere, profondamente nostri e nel contempo condivisi da miliardi di altre entità energetiche, è affascinante e allo stesso tempo spaventa enormemente.
Ma diventa irrinunciabile perchè corrisponde proprio allo scopo che ci porta su queste strade: cambiare costantemente per rimanere sè stessi, ed amare noi stessi come gli altri, passando di vita in vita.
Solo in questo modo i ponti resisteranno, alle ingiurie di uno spazio e di un tempo che non esistono nemmeno: perchè i ponti siamo stati, siamo e saremo … noi stessi.
Il linguaggio da imparare è uno solo, Amore Incondizionato, l’azione da porre in atto è solo accettare di cambiare … sè stessi, il risultato finale è solo LUCE.
Non te la senti?
Non importa, hai tempo, non c’è fretta, va tutto bene; fai finta che Tutto questo sia vero e tutto risponderà a quello che pensi, e poi ti porterà proprio dove dovrai essere.