Re-incarnazione

Questo tema è abbastanza dibattuto tra i “puristi” dell’occultismo.

Dove sta la verità?

Io personalmente credo di vivere in uno “strato” di energia, una delle infinite onde elettromagnetiche di Luce Cosciente e consapevole di sè stessa e di quello che fa.

In pratica sono un singolo candito “intrappolato”  in uno degli strati di una torta millefoglie, anzi, infinite-foglie.

Che dovrebbero essere denominate “dimensioni”, o “stati d’essere”.

Perchè infinite-foglie?

Perche il Pasticciere Capo è Infinito e produce dolci a sua immagine e somiglianza, anzi, non è che li produce, o li crea dal nulla ma, semplicemente, li emana da sè.

E quindi loro sono una fedele riproduzione dell’originale, un perfetto ologramma, infinitamente piccolo, di Tutto ciò che lui è.

Difficile da credere? Fate mente locale ai film polizieschi, nei quali il solerte investigatore trova una goccia di sudore del colpevole, ne analizza il DNA e da quello trova una corrispondenza univoca con un essere vivente, tra miliardi di altri esseri, tutti con due braccia, due gambe e, a volte, una testa.

Perchè dunque pensare che il vecchio detto “così in alto come in basso” sia una panzana?

Tornando alla torta,

… allora, la torta è l’Uno Padre-Madre Creatore e io sono la molecola di DNA che racchiude l’informazione del DNA umano.

O, quanto meno, di quella “idea creativa” che possa esistere un veicolo da usare per esprimere la voglia di viaggiare, mangiare, dormire, leggere, andare al cinema,  amare, odiare, pensare, volere, poter fare, essere o non essere, ecc.

Assieme a tutte le altre componenti della torta infinite-foglie: burro, canditi, farina, zucchero, uova, cioccolato fondente, mandorle e pistacchi tritati, buccia di limone, un goccio di aceto di mele, cannella, e se nel frigo c’è dell’altro,… anche tutto il resto.

E qui abbiamo il necessario per nutrire immediatamente il tatto e la vista, durante la preparazione della nostra stessa torta, quella nella quale siamo invischiati per un tot di anni, grazie al nostro giudicare, valutare, criticare, dimenarsi in questo impasto appiccicoso.

Attenzione poi alla cottura, cioè a tutti quegli elementi che in un modo o nell’altro portano fuoco nella nostra esistenza, facendo precipitare i “grumi” karmici e rovinando l’effetto visivo globale della torta.

I catalizzatori, gli avvenimenti ed ingredienti vari che rovinano la “nostra” visione di “noi stessi”, la soddisfazione di un bel vestito pulito, perfetto, appena comprato, stirato e indossato, su cui un uccellino dispettoso lascia la sua indifferenza.

Il nostro volantino pubblicitario

Irriverente indifferenza, verso quello che per noi è il deus ex machina, il top, l’immagine perfetta, quella da mostrare a tutti gli altri per essere considerato … “a posto”, allineato, superiore, furbo, potente, .. meritevole del meglio … meglio di chiunque altro.

Dando così materia da discutere anche al nostro udito, che ascolta le vocine del proprio ego, e argomenta con loro i migliori modi di ripulire tale immagine di perfezione e renderla inattaccabile, imperitura, ineluttabile nel proprio mausoleo da tramandare ai posteri.

45 minuti a 200 gradi e poi la tua torta la tiri fuori dal forno, e ne annusi il profumo, arrivando ad attivare l’ultima parte a tua disposizione, come semplice candito, non come pasticciere.

Allora ti rendi conto ” a naso”, del vero risultato del tuo agire; dal profumo che emani, che fa parte del profumo di ogni altro ingrediente, ben riscaldato e amalgamato con tutti gli altri, che si alza dallos tampo e si diffonde tutto intorno … anche e proprio a te.

E’ invitante? Fa nascere la voglia di mangiarne una fetta? E poi un’altra, e poi fare un’altra torta cambiando qualche ingrediente?

Ecco che ti stai reincarnando, o meglio re-impastando, per migliorare il sapore, il profumo, l’armonia con gli altri elementi, o anche solo per toglierti dalla bocca quel sapore amaro di aver prodotto e mangiato una fetta di una torta bruciata, o mal confezionata, o fatta di componenti … difettosi, distorti.

Ben vengano allora i consigli di altri aiuto-pasticcieri, per indirizzarti meglio nel come lavorare in una siffatta pasticceria, magari accettando anche di lavare le ciotole sporche, prima di mettere mano alla “Grande Opera”, la torta nuziale.

La differenza qui la fa la volontà di diventare uno Chef: anche fare il lavapiatti, e subirne l’onta, diventa apprendimento, il partire dalla base, fare la gavetta, gustare con un dito il resto degli impasti realizzati da chi ci precede nella classifica di pasticcieri, per carpirne il segreto.

Che alla fine, è sempre uno solo: amore per il proprio lavoro, per il proprio Vivere, e per quello di tutti gli altri elementi della infinite-foglie.

Sursum corda

Ci sarà sempre qualcosa a impastare, basta imparare la tecnica e poi, tutto il resto è … esperimento.

“Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia. E se non v’è piaciuta, poco male, ve ne dirò una meglio il prossimo Natale.” – Guareschi-

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