Tutto da solo?
Lo ritieni possibile?
Tu sei luce, generato dalla mente divina, vibrante delle frequenze dell’amore e dalla pace, espressione frattale di un’anima multidimensionale fuori dal tempo e dallo spazio.
Che vive proiettando sè stessa in tante sue/tue varianti, attraverso le tue emozioni, sensazioni, e scelte, in tempi , spazi e dimensioni diverse contemporaneamente.
Ed essa stessa fa parte di una famiglia di anime appartenenti allo steso flusso che percorre in cosmo condividendo lo stesso punto di vista rispetto a frequenze, intenti, colori e Verbo dello spazio vivo.
Tu stesso sei incarnato come punta avanzata dei campi morfogenetici e di intento di tuo padre e tua madre, e del padre e della madre dei tuoi genitori e all’indietro, fino a comprendere tutti i tuoi avi paterni e materni.
Una folla. Ma a te la responsabilità di penetrare il nuovo, con la forza delle radici nel vecchio, da lasciare andare.
Pensi davvero che uno slancio divino possa lasciarti da solo di fronte a tale compito?
Assieme a chi vieni?
La saggia papessa ti porta in dote la possibilità di operare miracoli, con nobiltà e magnanimità, affrontando le prove con forza e sicurezza di risultato.
Ti sostiene con la potenza della Samekh, “il signore sostiene tutti colore che cadono” (salmo 144:14), nel campo del punto zero, la portante dell’universo.
Ti dona la fermezza della Yud, la sua capacità comprendere, la sapienza, “tutto hai fatto con sapienza” (salmo 104,24), la generosità ” apre la sua mano e dà ad ogni vivente”, (salmo 145,16).
Ti rende consapevole della luce nascosta dentro di te, una Teth in cui avvolgerti per ergere la tua sapienza, riscoprire la tua origine nel fuoco e per dispiegare la potenza Kundalini con saggezza e umiltà.
Chi ti aiuta nel fare?
La consapevolezza di doverti liberare dall’idolatria moderna del tecnicismo e degli specchietti per allodole che ti portano lontano dal tuo essere.
L’intuizione femminile del sentire con cuore ti insegna a concedere al tutto, agli altri tuoi sè, a chi lo chiede , quanto è chiesto, in ragione del dare a chi chiede, dell’aprire a chi sta bussando, senza giudizi, senza critiche, senza maldicenze.
Per questo sei accompagnato dalla Pèh, una bocca per benedire, per parlare al dio interiore viso a viso, bocca a bocca, in sincerità, attraverso la quale pronunciare parole di verità, rispetto, o tacere; “Le parole della bocca del saggio sono armonia”, (qoelet 10,12)
E che questo dover dissipare la tua rabbia sia la Vav, un pilastro inamovibile; sia la tua colonna vertebrale retta, una connessione diretta tra la verità e la realtà manifestata.
Per vivificare la Yud, tua eredità, ed applicarla alle forme create dall’imperatrice, nel mondo del manifestato, con intelligenza sapiente.
Chi ti risponde nel perchè?
La necessità di riallacciare una connessione diretta con il tuo creatore, di ripristinare il cordone ombelicale che ti connette alla vita eterna.
Solo il dio che conosce tutte le cose può guidarti sulle vie infinite necessarie per sanare creazioni errate e trasformare comportamenti ed abitudini sviate.
Per farlo chiede che tu possa mostrare, attraverso la He, il vero valore di cui sei erede, al di là del “rivestimento della tua anima”, del quale devi prendere coscienza.
E per farlo, ti assiste con la Resh, la potenza del pensiero illuminato che ti permette di trarre forza da un atto volontario di fiducia.
La trasformazione dell’arcano senza nome, senza Verbo, culmina nella Chet, il portale attraverso il quale ogni essere ritorna intero, Uno, attraverso la fusione della polarità, la cancellazione del concetto di “opposti”.
Ti abbiamo disturbato?
La tua versione olografico/frattale a bassa energia vibrazionale, sulla parte più profonda e inconsapevole della tua grandezza, la sapienza percepita del tuo percorso evolutivo, quello che tu chiami personalità cosciente, risponde con dei sospiri.
Sono sospiri malinconici; c’è riflessione, silenzio, un rovello interiore, una chiusura al cambiamento.
Si tratta di un 4 di picche, di mente, di perplessità sul percepito, ma nel contempo una incapacità di portare alla luce dell’elaborato razionale il senso solo percepito del proprio essere.
Ci si crogiola anche nella contentezza di rivivere le memorie e le sensazioni del passato, in attesa e nella speranza di un aiuto esterno, che ci eviti un coinvolgimento attivo.
È un seme appena piantato, in fase di germogliazione …. automatica: sa che sta crescendo, ma non il perchè, e non si chiede cosa farà dopo, cresce e basta.
O languisce, e basta.
Nel mondo manifesto invece la reazione della personalità singola è un 10 di quadri, un viaggio consapevole, attento, strategico e a lungo termine, pianificato attentamente e con maestria.
Ma è pur sempre un viaggio, lontano da casa, da quella vera, reale.
La massima capacità di gestire le forme, e farle combaciare al proprio volere egoico, per poi soccombere alla dipendenza dalla creazione di forme, fine a sè stessa.
Non più soddisfazione, non più armonia dell’essere; solo strutture su strutture, contenitori su contenitori di fogge innumerevoli, ma che nel loro numero infinito, hanno disperso il valore del contenuto.
La brillantezza racchiusa, tutelata, tenuta segregata negli oggetti, distoglie dalla vera luce interiore di noi stessi.
Come uscire da questa casa perfetta, nella quale oziare, nella certezza di esprimere in tal modo il meglio della propria vitalità, nella forza degli anni migliori della giovinezza?
Proprio quelli durante i quali ogni singolo è impegnato ad esprimere la sua idea di sè stesso, all’arrembaggio della vita?
Il simbolo proposto è maschile, è azione, e modifica, distruzione e ricostruzione, anche dominio, seduzione, manipolazione; non si ferma nella pazienza di ascoltare visioni diverse, cambia secondo il proprio intento, e basta.
Ma è proprio quello che è giusto emanare come energia che deve portare alla estromissione da ogni forma, voluta o non voluta, ma indispensabile per l’ottava successiva, di fusione tra azione e percezione.
Epilogo
Come dice Gesù, “chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva”. (Luca 17;26-37).
Oggi, 21 marzo 2023 …
… ho preso un caffè con l’anima del genere umano, che mi ha raccontato le sue vicissitudini e la sua storia, e il rammarico per i suoi singoli figli, nei quali vede occhi ciechi per non vedere, orecchie chiuse per non sentire e bocche cucite per non rispondere.
Nonostante tutto, con diverso grado di soddisfazione ed accettazione, inconsapevolmente, senza nemmeno capirlo, percorrono la via giusta verso l’unica verità esistente.
Con un mesto sorriso, mi è arrivato un sospiro: ci sarà un tempo per tutti.
Anche per approfondire, arricchire, aggiungere altre immagini e percezioni ai singoli termini mostrati e percepiti.
Allora ho chiesto, a chi di dovere, come sigillare l’opera compiuta e un’amicizia ritrovata, e la Tav, apposta a spirito e materia, è stata questa, da cuore a cuore:
Luce e gioia sono innate, la pace spetta a noi realizzarla, come libero arbitrio dell’attimo presente.
Buon lavoro, genere umano!