La personalità “magica” – 2

Tre aspetti

Lo strumento base per lo sviluppo della personalità magica, fatte le dovute premesse, è … la personalità  stessa, la formazione di un essere unitario.

Richiede la fusione di tre aspetti: del potere, dell’amore e della saggezza, sui quali focalizzare l’attenzione e la cura.

O forse, il lavoro sul primo raggio, sul quarto e sul sesto, è un migliore richiamo per la mente.

Di certo la ricerca dell’unione della Coscienza di un essere di sesta dimensione, equiparabile a quello che viene definito Sè Superiore, con quella di una personalità ricca di esperienze terrene e sottigliezza di emozioni.

Siamo già in piani dimensionali dove la consapevolezza della inutilità di ogni lotta è un dato acquisito.

Dove la polarità dell’entità è, da un verso, radicata verso la condivisione del proprio essere con il Tutto, mentre, se finora negativa, sta realizzando la inevitabilità della resa al Divino.

L’esperienza di tale stato, al livello attualmente definibile “medio,comune”, consiste nell’avvicinarsi, a questi tre concetti/strumenti, con la massima apertura consapevole possibile.

Questo atteggiamento consentirebbe di conservare l’equilibrio necessario per poter usufruire di una connessione con i piani divini, allo scopo di ottenere aiuto e velocizzare la polarità positiva.

L’altra strada è per un sentire più indirizzato al dominio, alla manipolazione, allo sfruttamento degli altri, e pertanto è una via solitaria, di certo consentita, ma non supportata dall’Amore Incondizionato.

Il termine “Magica”

Quando la maggior parte delle persone pensa alla magia, pensa ai trucchi di prestigio del mago di scena che agita una bacchetta e tira fuori gli animali dai cappelli.

Non è questa la “magia” a cui mi piace riferirmi.

Nemmeno è la Wicca, o magia naturale, basata sulla natura, oggi molto di moda, non polarizzata.

Le pratiche Wicca volte alla guarigione sono di polarità positiva, ma la Wicca trae vita da tutta la natura, equilibrata e fondamentalmente neutra.

Da escludere anche la magia nera, a polo totalmente negativo, che è la negazione della realtà della luce, essendo tutto il suo sapere a ritroso rispetto alla magia bianca.

No persino alla sua derivazione “da ricettario da cucina”, legata all’esercizio di un mestiere di amalgama di vari ingredienti arcani in pozioni, composti ed oggetti, volti negativamente ad influenzare persone ed eventi.

A polarità negativa, nemmeno la magia simpatica, che vede le streghe occupate a modellare testimoni dei bersagli, con i loro effetti personali, per invocare in loro determinati cambiamenti.

Magia Bianca

Se “Magia” deve essere, anche se il termine di certo oggi fa storcere il naso ai più, allora che sia Bianca.

E in questo ambito non ci sono dubbi di interpretazione: la Magia Bianca e totalmente ed altamente polarizzata verso l’invocazione degli aspetti di manifestazione del Creatore Cosmico.

In questa pratica non c’è niente di fisico o di materiale, ma tutto il lavoro viene compiuto nel piano metafisico.

In questa magia si lavora con il proprio Sè non manifestato, miscelandolo nel corpo, nella mente o nello spirito, in funzione della natura di quanto si stia svolgendo.

Tutto viene facilitato dall’attivazione e dal potenziamento del centro energetico del raggio indaco, il sesto chakra, corrispondente alla ghiandola pineale del corpo fisico.

Questo centro energetico è alimentato, come tutti i centri energetici, dall’esperienza, ma molto più degli altri, è alimentato da quelle discipline della personalità, di cui si è detto.

Ecco, che la personalità magica è quella in cui l’entità ha disciplinato l’ego terreno e svolto, nella Coscienza, il lavoro necessario per sviluppare le facoltà di potere, amore e saggezza.

Sè Superiore

Ho richiamato prima l’espressione “Sè Superiore”, che potrebbe essere definito L’IO SONO, il nucleo di noi che  impara dall’amore, dalla saggezza e dall’amorevole, saggia compassione.

Nel momento evolutivo nel quale tali lezioni sono state apprese, e rese senza distorsioni significative, il nostro Sè Superiore si volta indietro.

E, ritufffandosi nel tempo, si offre un dono.

Nella sesta densità, a circa metà, c’è un punto in cui non c’è più alcuna polarità.

E’ quando lo spirito ha raggiunto questo punto, pieno di unità, saggezza e compassione, che il sé di sesta densità si ricolloca all’interno del sé di terza densità.

Qui, nel profondo della matrice della mente, conscio dei pregiudizi che verranno e del destino che si è già compiuto, pianta il seme della bellezza e dell’esattezza del concetto di “servizio agli altri”.

Un dono estremamente utile, proprio mentre si è immersi nelle illusioni di un mondo fondato sull’esperienza della polarità, degli opposti, della dualità.

Proprio come un faro nella notte, questo richiamo verso una Coscienza Superiore è quello stimolo che, incessantemente, disturba e spinge, chi più e chi meno, alla ricerca di sè  stessi.

Per invocare questa “parte migliore di noi”, per attivare la nostra personalità magica, è sufficiente impostare su questo pensiero la nostra volontà ed intenzione.

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