La fonte
È importante notare che, nel sistema energetico del complesso della mente, del corpo e dello spirito, le energie non possono essere manipolate oltre certi limiti.
Cioè, se c’è un blocco nella parte inferiore dei tre centri energetici, il potere dell’Uno Creatore infinito, che entra nel corpo, non può raggiungere il centro del cuore con energia sufficiente.
La sopravvivenza, il modo in cui il sé considera sè stesso, o con l’altro, nelle relazioni sentimentali, o il modo in cui il sé si relaziona con i gruppi familiari, o sociali, o razziali, o di interessi, nel lavoro e nella famiglia, hanno ognuno un proprio campo d’azione.
Ci sono molti modi per distorcere, bloccare o confondere queste energie inferiori.
Ognuno sta interagendo con il concetto di sé, con il concetto di sé nelle relazione e con il concetto di sé nei gruppi, in modi che distorcono e filtrano quell’unica energia vitale.
Di più, ognuno, essendo unico, lo sta facendo distorcendo e bloccando parzialmente, o totalmente, a modo suo.
E, quindi, ognuno ha il suo nodo da districare che è diverso dal nodo di chiunque altro; ha la sua confusione da svelare, da cui uscire, che non è come la confusione di chiunque altro.
Il giudizio
In Italia, alla maggior parte di noi sono stati dati i Dieci Comandamenti del catechismo.
Sappiamo di non dover uccidere, rubare, bramare, dire bugie o mancare di rispetto ai nostri genitori.
Tuttavia, la nostra vita quotidiana offre molte possibilità di “fare la cosa giusta”, che non sono previste dai dettami generali dei Dieci Comandamenti.
Potremmo, così, fare tutto ciò che ci viene richiesto in una relazione, ma allo stesso tempo potremmo provare risentimento, per doverlo fare.
Ecco che potremmo giudicarci carenti, a causa del nostro cattivo atteggiamento.
Ci sono tanti modi per non essere all’altezza dei nostri ideali, quanti sono i granelli di sabbia lungo la riva del mare.
La seduzione del giudizio consiste proprio nella la sua semplicità di applicazione.
Ci piace conoscere il nostro valore, sapere a che punto siamo. Ci piace sentirci giustificati nelle nostre azioni e opinioni.
E così giudichiamo noi stessi e gli altri all’infinito.
Libri contabili
Tendiamo a tenere i libri contabili: crediti e debiti di comportamento e di atteggiamento.
Come se sentissimo che l’evoluzione spirituale è lineare, e consiste nell’accumulare più crediti che debiti.
Eppure è vero il contrario.
L’evoluzione spirituale è qualitativa, non quantitativa.
Funziona sull’energia del perdono e dell’accettazione, non sul mantenimento del punteggio.
È inevitabile che continueremo a non raggiungere i nostri ideali.
Viene dall’essere umani.
Ed è bene prestare attenzione a queste lacune, questo distanziamento, da una cercata, a volte pretesa, perfezione … auto-percepita.
Senza errori, non potremmo confrontarci con la vera natura di noi stessi, perchè la nasconderemmo in cantina.
Tuttavia, se il nostro auto-giudizio indugia, oltre il sincero desiderio di imparare dai nostri errori, allora è probabile che diventi tossico.
Troppo auto-giudizio chiude il percorso energetico nel cuore.
L’obiettivo di ogni entità è quello di tenere il cuore aperto, per cui l’auto-giudizio deve essere tolto di mezzo.
Il giudizio divino
Ma per farlo sarebbe bene riconciliarci con l’immagine del Divino, che è stata distorta, bene o male, da tutte le religioni del mondo attuale.
Non esiste un Dio del giudizio, e nemmeno un Dio indifferente all’umanità, o tecnocrate intento solo a regolare leggi cosmiche, ma solo un Dio di Amore Infinito Incondizionato, che ama, e regala sè stesso senza chiedere alcunchè.
Ama in modo infinito, Ci ama all’infinito. Ci ama esattamente come siamo.
Perchè … siamo … Lui.
Come tali, siamo responsabili del nostro giudizio, sia durante la vita che dopo la sua fine. Siamo responsabili di perdonare noi stessi e ricominciare da capo quando ci troviamo in errore.
E siamo noi i responsabili di percorrere i raggi di luce, scegliendo esattamente entro quale intensità siamo più a nostro agio.
Se la questione del giudizio è nelle nostre mani, allora abbiamo la possibilità, la scelta di essere severi o gentili con noi stessi.
Possiamo tenere il punteggio e ritrovarci a mancare, oppure possiamo perdonare e ricominciare, ogni volta che ci troviamo in errore.
Trovare modi per aprire il cuore, al momento presente e all’amore, in esso contenuti, è la sfida di ognuno. Ma il nostro stesso, crudele, giudizio ci farà fallire, ancora e ancora.
Consideriamo allora in modo profondo e sicuro che ogni errore, ogni occasione mancata è un dono all’Uno Infinito, che si conosce seguendo questa via, la nostra via.
Così è anche in ogni momento in cui ci giudichiamo.
Un impegno
Per lavorare in consapevolezza, quindi, dobbiamo concentrarci sull’amore, nel momento e del momento, e ci sbaglieremo, cosa che sicuramente faremo, più e più volte.
In modo da poterci impegnare in modo chiaro e consapevole nel perdono di noi stessi, attraverso il perdono di ogni nostro altro Sè, il nostro specchio vivente.
Abbiamo bisogno di eliminare le energie tossiche di auto-delusione, disapprovazione e frustrazione e tornare al nostro cuore aperto.
La paura
Un’altra fonte frequente di blocco è la paura.
Molte delle nostre paure sono legate al nostro desiderio di sentirci al sicuro.
Potremmo temere l’intimità, perché siamo stati feriti in una precedente relazione.
O potremmo non voler esplorare le nostre motivazioni, nel fare cose, chiave perché temiamo ciò che troveremo.
Quasi inevitabilmente, proveremo paura man mano che impareremo a conoscerci meglio, una volta che inizieremo a scoprire il nostro lato oscuro.
Come possiamo accettare e amare quelle parti oscure della nostra personalità che infrangerebbero felicemente i famosi Dieci Comandamenti?
Oppure ci renderebbe indifferenti all’etica, o alle “questioni di principio”, o alla dignità ed onestà, nel perseguimento dei nostri obiettivi?
Un semplice ologramma
Dovremmo ricordarci della natura olografica del nostro essere, rispetto all’Universo che ci ha generato, che è in intanglement, totalmente, tutto interconnesso.
Pertanto è inevitabile che la nostra interiorità contenga, contemporaneamente, tutta la luce e tutta l’oscurità esistente nella natura umana.
La paura del fallimento sembra la più comune; l’aver fallito, il non essere stato all’altezza dello scopo della propria vita.
In qualunque modo sia stato auto-individuato, auto-imposto, oppure semplicemente, inconsciamente, accettato..
Sarebbe bene fare delle distinzioni e parlare di due menti e due cuori.
La prima mente mentale
La prima mente è la mente mentale. In esso possono esserci solo ostacoli temuti mentalmente, ma la mente crea.
Nelle sue analisi, progetti, scenari, possibilità, azioni, reazioni, modifiche, miglioramenti, giustificazioni, ecc ecc, ci si stanca anche solo a scrivere l’elenco infinito, …
… la mente non può fare altro che creare PAURA, infinita, che si rigenera, si giustifica, si migliora, agisce, reagisce, ecc ecc.
La paura chiude il percorso verso il cuore.
La seconda mente è il cuore.
Chi lo usa, pensa a cuore aperto, quel centro che non teme che si possa fare la cosa sbagliata.
Segue le energie e gli impulsi dell’amore, e agisce senza paura.
E questo è il solo atteggiamento vincente nella vita: impavidità.
Il processo di risveglio e maturazione spirituale è un po’ come setacciare la propria personalità, ancora e ancora, per trovare quelle pagliuzze d’oro che testimoniano il nostro valore intrinseco, più profondo.
A volte disordinato, confuso, ma di certo non da temere, siamo sempre solo parti di noi che troveremmo.
Se incontriamo la paura dentro di noi, dobbiamo lavorare con quella paura finché non saremo di nuovo liberi dai suoi effetti costrittivi.
L’indegnità
La terza causa più frequente di blocco, che ci impedisce di fare il lavoro con i raggi indaco, è l’indegnità.
La nostra società offre molti modi per sentirci meno che degni: siamo troppo magri; troppo grassi; troppo vecchi; troppo giovani e così via.
Ma non dobbiamo accettare questi sentimenti di indegnità come reali, sono indotti da interessi …. vari.
Aree … difficili
Ognuno di noi ha aree profondamente personali, intricate, difficili, nelle quali l’energia viene attratta ed imbrigliata, diventando piombo.
Ed è in questi luoghi aspri, della personalità, che, chi lavora sulla propria coscienza, ha necessità di inoltrarsi col pensiero.
Non per condannare il sé; non per tentare di asportare chirurgicamente parti di sè stesso, ma, piuttosto, vedere questi luoghi come luoghi di sepoltura.
Nei quali la terra nasconde tesori …
… e lo fa in modo così profondo, che la nostra attenzione non vede più, non si rende conto, trascura, e si sposta su preoccupazioni banali, dimenticandosene.
Il buio nel … buio
Fare finta che il buio interiore non esista, non eliminerà i suoi effetti, deleteri perchè nascosti, resi inconsci.
La visione della mente del cuore ci fornisce compassione e affetto per noi stessi, così come siamo.
Il cuore desidera che il sé sia un’opera d’arte piuttosto che un insieme di libri mastri, con buone azioni registrate da un lato e fallimenti dall’altro, e il sé è spesso percepito come deficitario e indegno.
Arte … del vivere
Le opere d’arte hanno personalità, spessore; piacciono ad alcuni, che si sentono galvanizzati, e inorridiscono altri, che non comprendono.
Ma sono creature del cuore, non possono non comunicare emozioni.
Abbiamo bisogno di accettare noi stessi come meritevoli, così come siamo, anche se allo stesso tempo ci sforziamo sempre di migliorarci.
Questa auto-accettazione si unisce all’impavidità e al non giudizio, nel creare il giusto ambiente, all’interno dei nostri corpi energetici, per svolgere il lavoro nella Coscienza, usando i raggi indaco e viola.