1 – Nulla di quello che vedo … ha alcun significato
A monte di questa come delle altre 365 affermazioni da gestire, c’è ovviamente una parte teorica, di esposizione dei concetti, dei quali si chiede di fare l’esperienza.
E’ solo provando, “conoscendo”, quello di cui si sta raccontando che ognuno di noi potrà prendere coscienza del “valore” che tale affermazione ha per sè.
Nessuna spiegazione teorica potrà mai sostituire l’emotività derivante dal mettere in pratica un nuovo concetto che fino ad un attimo prima era alla base del nostro senso di essere da sempre, invariato.
Si tratta di cambiare il punto di osservazione della propria mente, delle proprie emozioni, e riscrivere una immagine, dare un senso diverso alla quotidianità, ai semplici gesti di tutti i giorni.
Che diamo per scontati come sono, senza mai chiederci: “Ma, ..mi piace? E’ adatto a me? Da quando per me è in questo modo? E se fosse in un altro modo?”
Ecco che arriva la percezione del nuovo, dello spaventoso, perchè mai considerato, mai sottoposto ad analisi, a curiosità.
Non per questo negativo, in assoluto, a prescindere … ma
… solo se ci consentiamo di utilizzare la nostra mente in modo aperto, libero, diverso, amorevole, come fonte di soddisfazione, serenità, possibilità, … capacità di creare il … nuovo.
Guardarsi intorno nella stanza in cui ci si trova, posare gli occhi su diversi oggetti e ripetersi che quello che si vede non ha alcun significato, porta la nostra attenzione al distacco dal mondo che noi consideriamo reale, mentre rientra solo e sempre in Maya.
Per cui tutto quello che i nostri occhi interpretano, non ha significato, senso, spessore, in quanto solo illusione: che sia la sedia sulla quale siamo, la porta della stanza o quello che vediamo dalla finestra, le persone stesse, avvolte nel loro “veicolo transitorio”.
2 – Io ho dato a tutto quello che vedo … il significato che ha per me.
In questo secondo passaggio liberatorio, si comprende la necessità del distaccarsi dalle memorie che vengono suscitate quando si osserva con attenzione un qualche oggetto.
Tutto quello che ci circonda fa parte del nostro mondo “ristretto”, la nostra zona di confidenza, quello che ci siamo creati intorno a sostegno e difesa di quello che riteniamo essere noi stessi.
Vengono quindi ricomprese le memorie legate a vari oggetti, appartenuti magari anche ad altre persone a cui siamo legati, ma il significato per noi di queste … immagini … è una nostra applicazione.
Siamo noi che attribuiamo un certo significato, importanza, senso, ad ognuno degli oggetti, persone, luoghi, che appartengono alla nostra abitudine quotidiana.
3 – Io non comprendo nulla di ciò che vedo …
… in questa stanza, (singoli oggetti), in questa strada, da questa finestra, in questo luogo.
Siamo sempre nell’ambito di Maya, l’illusione del mondo che ci circonda, che è una creazione mentale sia nostra che di ogni altro essere coinvolto in questo continuum spazio-temporale.
Pertanto è impossibile una “comprensione”, una conoscenza profonda, esatta, del senso, del valore, dello scopo di quanto i miei occhi riportano alla mia attenzione.
Posso solo percepire le emozioni derivanti dal pensiero che io stesso applico, a quello che mi si presenta di fronte.
Modalità di esecuzione
Queste idee sono da mettere in pratica in modo molto specifico, per facilitare la loro “generalizzazione” ad ogni situazione in cui ti trovi e ad ogni persona e cosa che sono parte di questa situazione.
Liberati dal dover decidere se ci sono, per te, alcune persone, situazioni o cose a cui queste idee non siano applicabili, pregiudizio che adesso stai utilizzando, per limitare la tua attenzione solo al conosciuto e gradito.
Lo scopo generale degli esercizi è di aumentare la tua capacità di estendere a tutto le idee che metterai in pratica, e questo non richiederà alcuno sforzo da parte tua.
Alcune delle idee presentate ti risulteranno difficili da credere, altre potranno sembrare alquanto sbalorditive. Non dare importanza a questo. Applica semplicemente le idee secondo la direzione indicata ed evita di giudicarle, usale solamente.
Ricorda solo questo: non è necessario che tu creda alle idee, non è necessario che tu le accetti e nemmeno che tu le accolga volentieri. Ad alcune opporrai attiva resistenza.
Niente di tutto ciò ha importanza, né ridurrà la loro efficacia.
Vuoi un esempio?
Ora guardati intorno lentamente, ed esercitati ad applicare questa idea in maniera molto specifica ad ogni cosa che vedi:
Questo tavolo non significa nulla.
Questa sedia non significa nulla.
Questa mano non significa nulla.
Questo piede non significa nulla.
Questa penna non significa nulla.
Quindi guarda più lontano, oltre ciò che si trova nelle immediate vicinanze, ed applica l’idea ad un campo più ampio:
Quella porta non significa nulla.
Quel corpo non significa nulla.
Quella lampada non significa nulla.
Quel cartello non significa nulla.
Quell’ombra non significa nulla
Questo per il punto uno, mentre per gli altri basta estendere il concetto, del tipo ” io ho dato a quella porta, finestra, luogo, tutto il significato che ha per me” e infine “io non comprendo nulla di quel cartello, porta, luogo”.
Ognuna delle prime tre lezioni non dovrebbe essere fatta più di due volte al giorno, preferibilmente al mattino e alla sera.
Né devono essere praticate per più di un minuto circa, a meno che ciò non comporti un senso di fretta.
È essenziale, al contrario, sentirsi comodamente a proprio agio.
Scegli i soggetti semplicemente man mano che li vedi. Cerca di
applicare l’esercizio con eguale facilità ad un corpo o ad un bottone, ad una mosca o ad un pavimento, ad un braccio o ad una mela. L’unico criterio per applicare l’idea a qualcosa è semplicemente che i tuoi occhi vi si siano posati sopra.
Questi non sono esercizi sul giudizio.
L’obiettivo di questi esercizi è di aiutarti a ripulire la tua mente da tutte le associazioni passate per vedere le cose esattamente come ti appaiono in questo momento, e di renderti conto di quanto poco tu realmente le comprenda.
È pertanto essenziale che tu mantenga la tua mente completamente aperta, libera da ogni forma di giudizio, nel selezionare le cose alle quali applicare l’idea del giorno.
A questo scopo una cosa vale l’altra: è ugualmente adatta e pertanto ugualmente utile.
Lo scopo di tutto questo?
Sono consapevole che mi ripeto, ma io stesso sono figlio dei miei tempi e del mio ambiente familiare e socio-economico; quindi io stesso sono stato cresciuto pensando a …
… scuola, amici, lavoro, famiglia, benessere, (nei prati di casa, cioè ad uso ristretto agli ospiti graditi), salute assicurazioni, morte felice inconsapevole, mentre dormo, così non me ne accorgo.
Però mi sono riscoperto con la possibilità anche di fare altro, di sognare “diverso”, di potermi permettere di credere che il mio destino dipende molto da me.
E se dipende da me, devo darmi i mezzi, gli strumenti per poter esercitare questa intenzione nel migliore dei modi.
Uno per farlo è di liberarmi dal ciarpame della mia cantina in ombra, e questo testo, Un corso in miracoli, della Fondazione per la pace interiore, mi fornisce esercizi con cui è piacevole confrontarsi.
Vale per tutti? Si, per quelli che vogliono farlo.
E obbligatorio, unica via verso la libertà? No, c’è di tutto e di più, in giro.
Ad ognuno… mi ripeto anche qui, sempre, la responsabilità di sè stesso.