Cosa è un miracolo?
Un qualcosa che trasforma un tipo di materia in un altro tipo di materia, è una descrizione troppo semplice e che raggruppa una infinità di azioni e fenomeni diversi.
Anche un minestrone è un miracolo, se consideri che da verdura fresca, a cui aggiungi acqua, ottieni un insieme gradevove al gusto ed all’olfatto, da inghiottire, digerire e trasformare di nuovo in energia pura.
Ma qui siamo all’interno delle ben spiegate leggi che governano la fisica e la chimica della materia che conosciamo, che si modifica da uno stato iniziale ad un altro se sottoposta a riscaldamento, congelamento, fermentazione, ecc.ecc.
Un antico sapere definito Alchimia è stato considerato l’antesignano della chimica moderna, in quanto parlava di trasmutare piombo in oro, da un punto di vista materialistico.
Mentre da un punto di vista spirituale, si rivolgeva alla capacità di modificale la nostra coscienza, portandola appunto dal piano materialistico a quello superiore di un’Entità energetica senziente.
Quindi qualsiasi cosa esca dalla “normalità” sia del conoscere collettivo, sia della sapienza scientifica, e che non sia mai stato visto finora, potrebbe rientrare nella casistica dei miracoli.
Infatti il termine stesso richiama la meraviglia (dal latino “miraculum” = cosa meravigliosa, da “mirari” = ammirare, meravigliarsi), per cui il miracolo non indica un fatto di per sè, una causa o un effetto, ma solo la percezione che ne deriva dall’avervi assistito.
Pertanto, cercando il pelo nell’uovo, un fatto “meraviglioso, mai visto, mai creduto possibile”, potrebbe essere un miracolo per una persona e una normalità per un alto essere avezzo a tali eventi.
Anche il progresso tecnologico è foriero di diversi miracoli, se confrontiamo quanto ottenuto nel passato con le meraviglie nano-teconologiche e genetiche di oggi.
Bella forza, a distanza di secoli, la tecnologia ed il sapere scientifico hanno fatto balzi da gigante, ma se facciamo finta che sia vero che… il tempo non esista….
Tutto quello che ora abbiamo davanti è … roba vecchia, cioè se la nostra mente funzionasse come quella di un Nostradamus, avremmo di fronte a noi le pietre focaie ed il laser, oggetto “meraviglioso” …. contemporaneamente, per cui niente miracoli solo… evidenze….
MA ….
ma … di tecnologia, cioè costruita, cioè solo che sfrutta cose di cui non si sa nulla: energia elettrica, magnetica, luce, frequenze, suoni.
Certo, sappiamo tante cose, abbiamo tante mappe e descrizioni e chiarezza su tanti meccanismi della materia e della chimica, e le diverse sue trasformazioni, ma l’origine della vibrazione vitale portante ancora sfugge alle equazioni che vogliono imbrigliarla.
Ecco che se un essere qualsiasi si inginocchia di fronte ad un morto e gli dona di nuovo vita… qui si che siamo nello SCONOSCIUTO.
Ecco il tipo di Miracolo strano, quello vero, che ci vorrebbe oggi, e che, purtuttavia, può essere definito normalità, cioè rientrante nel funzionamento della Vera Realtà, da chi pensa che la nostra quotidianità sia Maya, finzione totale.
Questo concetto è interessante e vale la pena spenderci un attimo per comprendere esattamente questo termine, usato nei Veda.
I Veda sono un’antichissima raccolta in sanscrito di testi sacri dei popoli Arii che invasero l’India intorno al 2000 a.C. , costituenti la civiltà religiosa Vedica, parte di qull’insieme di dottrine e credenze religiose oggi definito Induismo.
In tali testi, Maya è la parola che indica il Potere da cui ha origine il mondo materiale, Potere a disposizione di entità denominate Deva, (positivi), e Asura, (birichini), che lo utilizzano per trasformare una propria idea, un pensiero, in una forma concreta, efficiente, efficace, quasi artistica.
Nelle Upanisad, riflessioni posteriori ai Veda, tale potere deriva da una sola fonte, Brahman, il Creatore, l’unico detentore della realtà assoluta, che ci dà questa spiegazione:
“Un vaso di argilla può avere le infinite forme che tu puoi immaginare, e dare a tali forme i nomi, le parole, le descrizioni che preferisci, ma la sostanza è l’argilla, e resta sempre argilla, la Realtà è una sola.”
Con questo ecco che MAYA, oltre che nome proprio, è da sempre utilizzato come termine per indicare ILLUSIONE, FINZIONE.
In occidente è stata utilizzata l’espressione “Velo di Maya” per indicare la vita come un sogno, da considerare come unica realtà vivibile e con regole valide per tutti perchè facenti parte dei nostri schemi conoscitivi innati.
Un velo che , come quello di Iside, (dea che simboleggia la natura e che è coperta da un velo, in quanto ama nascondersi sotto le sue creazioni), separa i singoli esseri viventi dalla Conoscenza della Realtà, vera questa, sottostante ogni cosa manifesta.
Un velo che imprigiona gli esseri nella ruota del Samsara, il continuo ciclo di morte e reincarnazione da percorrere fino al risveglio alla consapevolezza della propria vera natura spirituale.
Tornando ai miracoli, quindi …
Tornando quindi a bomba, ovviamente illusoria, se la nostra quotidianità è tutta una illusione, il problema è come conoscere la realtà vera, quella nella quale, se ci si muove, si ottengono gli scopi desiderati sia dalla mente che dallo spirito.
Ancora prima c’è però da superare gli ostacoli creati dalle visioni, dalle immagini fuorvianti, create dai nostri Deva ed Asura del momento, che ci traviano facendoci credere pere per mele.
Tutto è sola e semplice Percezione, cioè, del tutto che mi circonda io percepisco … quello che a me sembra sia la sostanza, l’argilla sotto la forma, la parola, il gesto, l’atto , il ricordo.
In pratica interpreto il simbolo che irradia ai miei occhi l’immagine che devo usare come guida attraverso le mie relazioni interpersonali, e per comprendere le reazioni alle mie stesse emozioni.
Tutto il mondo esterno è solo e sempre soggettivo, nulla è quello che è per me, anche agli occhi ed al cuore di un altro essere.
Un primo passo è di certo mettere in dubbio proprio quello che ai nostri occhi, tatto, vista, udito e gusto si presenta come la nostra vita di tutti i giorni, quella a cui siamo abituati, i nostri familiari, la nostra casa, il nostro giardino, la nostra poltrona, il cane/gatto, ecc, ecc.
Poi osservare attentamente dove, nei nostri pensieri, nei nostri amati meccanismi mentali, si annida il Deva illusorio o l’Asura tentatore, che ci fanno prendere fischi per fiaschi ed agire in modo da essere sempre insoddisfatti, arrabbiati, frustrati.
Ecco che, se giungiamo alla terra della vera Realtà, quella della sostanza, quella della verità del Tutto e di noi stessi, (in quanto anche noi siamo solo “immagini”, di chi poi, da definire bene), i miracoli diventano pane di tutti i giorni.
E’ possibile? Perchè no?
Ma, c’è sempre un ma, si deve quadagnare questa roba, e andando piano piano per non cuocersi la testa, restando sempre bene collegati, fissati, … focalizzati si dice adesso, in modo evoluto, moderno, sull’obiettivo primario e basilare:
essere in sereno equilibrio interiore qui e adesso, sempre.
Quindi ecco un tranquillo viaggio che, a poco a poco, registra tre le mappe delle nostre sinapsi un diverso percorso da seguire per ritrovare la vera via di casa.
Intanto che attendiamo il lieto epilogo di questo nostro viaggio, tra un lunedì ed un sabato, togliamoci anche questa curiosità; nei prossimi post vedremo di che si tratta.
Buon viaggio!!