Parliamo di Guarigione…
… con la G maiuscola, quella che va alla radice del senso di essere … ammalati.
Cioè quel meccanismo, quel concetto, quell’idea folle che non esiste una malattia; anzi che non esiste il genere “malattia” nella dimensione spirituale dell’Essere.
E qui nascono i problemi di applicazione nel continuum spazio-temporale limitato nel quale noi crediamo di vivere.
L’evidenza stessa della “realtà” nella quale siamo immersi, o meglio, focalizzati, ci racconta una storia contraria, di fronte al vasto spettacolo delle malattie autoimmuni, genetiche, ereditarie, debilitanti, progressive, e via dicendo, a cui assistiamo ogni giorno.
A cui, volenti o nolenti, ci fanno assistere, credere, ogni giorno.
Ebbene, Esistono i Miracoli
Anzi, un intero corso di Creazione di Miracoli, un testo canalizzato, ovviamente, di ben 1300 e rotte pagine che svela il segreto di come sovvertire la “realtà fisica”.
Che è “Virtuale” cioè tale e quale gli scenari dei videogames che tanto ci appassionano, e qui siamo nel campo spirituale PIENO, cioè nella regione che psicologicamente viene definita di APERTURA MENTALE.
Infatti se non si è aperti di mente credo che non si possa nemmeno abbracciare il concetto di FIDUCIA in una energia Cosciente che si proclama IO SONO il Tutto quello che esiste, te compreso.
E che continua affermando ” Riconoscimi, accetta questo fatto ed Io, attraverso di TE, creo il mondo che cerchi, in cui credi, se con cuore puro.”
Con Fiducia
Dal testo, quindi, “Un corso in miracoli” della Foundation for Inner Peace, un piccolo estratto …
II. Il cambiamento di percezione
1. La guarigione deve accadere nell’esatta proporzione in cui viene riconosciuta la mancanza di valore della malattia.
Non si deve dire altro che: “Io non ho alcun guadagno in tutto questo” e si è guariti. Ma per poterlo dire si devono dapprima riconoscere certi fatti.
Primo, è ovvio che le decisioni sono della mente, non del corpo.
Se la malattia non è che un approccio fallace alla soluzione di un problema, è una decisione. E se è una decisione, è la mente e non il corpo che la prende.
La resistenza a riconoscere questo fatto è enorme, perché l’esistenza del mondo così come lo percepisci tu, dipende dal credere che il corpo sia colui che decide.
Termini come “istinti”, “riflessi” e simili, rappresentano tentativi di dotare il corpo di motivatori non mentali. In effetti tali termini stabiliscono o descrivono semplicemente il problema .
Non danno la risposta.
2. L’accettazione della malattia come decisione della mente per uno scopo per il quale usa il corpo, è la base della guarigione.
Ed è così per ogni forma di guarigione. Un paziente decide che è così e si ristabilisce. Se decide contro il ristabilimento non sarà guarito.
Chi è il medico? Solo la mente del paziente stesso.
Il risultato sarà quello che egli decide che sia. Sembra che gli vengano somministrati agenti speciali, tuttavia essi non fanno altro che dare forma alla sua scelta. Li sceglie per portare forma tangibile ai suoi desideri. Ed è questo che fanno, e niente altro. In effetti non ce n’è affatto bisogno. Il paziente potrebbe semplicemente alzarsi senza il loro aiuto e dire: “Non ho bisogno di questa malattia” .
Non c’è alcuna forma di malattia che non sarebbe immediatamente curata.
3. Qual è l’unico requisito per questo cambiamento di percezione?
È semplicemente questo: il riconoscimento che la malattia è della mente e non ha nulla a che fare con il corpo. Qual è il “costo” di questo riconoscimento?
Costa l’intero mondo che vedi poiché il mondo non sembrerà più governare la mente.
Perché con questo riconoscimento si attribuisce la responsabilità a chi appartiene: non al mondo, ma a colui che guarda il mondo e lo vede come non è.
Egli vede ciò che sceglie di vedere. Nè più, né meno. Il mondo non fa nulla nei suoi confronti. Egli pensava soltanto che il mondo facesse qualcosa. Né egli fa qualcosa al mondo perché si era sbagliato su ciò che è. In questo c’è la liberazione sia dalla colpa che dalla malattia, poiché sono una cosa sola.
Tuttavia, per accettare questa liberazione, l’insignificanza del corpo deve essere un’idea accettabile.
4. Con questa idea il dolore finisce per sempre.
Ma con questa idea finisce anche tutta la confusione riguardo la creazione. Non è questa l’inevitabile conseguenza?
Metti causa ed effetto nella loro vera sequenza rispetto a una cosa qualsiasi e l’apprendimento si generalizzerà e trasformerà il mondo.
Il valore del trasferimento di un’idea vera non ha fine, né limite. Il risultato finale di questa lezione è il ricordo di Dio.
Cosa significano adesso colpa e malattia, dolore, disastri ed ogni forma di sofferenza?
Non avendo alcuno scopo, sono scomparsi. E con essi scompaiono anche tutti gli effetti che sembravano causare.
Causa ed effetto non fanno che replicare la creazione . Visti nella loro giusta prospettiva, senza distorsioni e senza paura, essi ristabiliscono il Cielo.
III. La funzione dell’insegnante di Dio
1. Se il paziente deve cambiare la propria mente per essere guarito, cosa fa l’insegnante di Dio? Può forse cambiare la mente del paziente per lui?
Certamente no.
Per coloro che sono già disposti a cambiare la loro mente, egli non ha altra funzione che gioire con loro, perché essi sono diventati insegnanti di Dio insieme a lui.
Egli ha, però, una funzione più specifica per coloro che non com- prendono cosa sia la guarigione. Questi pazienti non si rendono conto di avere scelto la malattia. Al contrario credono che la malattia abbia scelto loro.
E non hanno la mente aperta a questo riguardo.
Il corpo dice loro cosa fare ed essi obbediscono. Non hanno idea di quanto sia folle questo concetto. Se solo lo sospettassero, sarebbero guariti. Ma essi non sospettano nulla. Per loro la separazione è piuttosto reale.
2. Gli insegnanti di Dio vengono a loro per rappresentare un’altra scelta che avevano dimenticato.
La semplice presenza di un insegnante di Dio li aiuta a ricordare.
I suoi pensieri reclamano il diritto di mettere in dubbio ciò che il paziente ha accettato come vero. In quanto messaggeri di Dio, i Suoi insegnanti sono i simboli della salvezza. Essi chiedono al paziente di perdonare il Figlio di Dio nel suo stesso Nome.
Rappresentano l’Alternativa. Con la Parola di Dio nella mente, vengono come una benedizione, non per guarire i malati, ma per ricordare loro il rimedio che Dio ha già dato loro.
Non sono le loro mani che guariscono. Non è la loro voce che pronuncia la Parola di Dio . Essi danno semplicemente quello che è stato dato loro.
Molto dolcemente invitano i loro fratelli a voltare le spalle alla morte: “Guarda, Figlio di Dio, cosa può offrirti la Vita. Vuoi forse scegliere la malattia al suo posto?”
3. Gli insegnanti di Dio avanzati, non prendono neanche in considerazione le forme della malattia in cui crede il loro fratello.
Far ciò è dimenticare che hanno tutte lo stesso scopo e perciò non sono realmente diverse.
Cercano la Voce di Dio in questo fratello, che vuol ingannare se stesso, fino a credere che il Figlio di Dio possa soffrire. E loro gli ricordano che non è stato lui a fare se stesso e non può non rimanere come Dio lo ha creato.
Riconoscono che le illusioni non possono avere alcun effetto. La verità nella loro mente si protende verso la verità nella mente dei loro fratelli, cosicché le illusioni non vengono rinforzate. Esse vengono così portate alla verità: non è la verità ad essere portata a loro. Così esse sono dissolte, non per mezzo della volontà di un altro, ma con l’unione dell’Unica Volontà con Se Stessa.
E questa è la funzione degli insegnanti di Dio: non vedere alcuna volontà separata dalla loro, né la loro separata da quella di Dio.”
Ritorno alla “realtà virtuale”
Quale enorme difficoltà, portare questi concetti nella mia quotidianità: come pensare che quello che subisco oggi sia un portato, un costrutto, una creazione totale della mia mente?
Soprattutto quando il dolore, la sofferenza, la limitazione ti attanagliano in una sola esigenza, un solo pensiero dominante sopra tutto il resto, che passa in secondo piano: che smetta, che si ritorni a prima dello stare male.
Come guardare la realtà, che mi dicono virtuale, ma contro la quale inciampo ogni secondo della mia esistenza, come accettare che quello che provo alla fine sia solo una immagine, e per di più distorta, della mia mente, del mio ego?
Che nemmeno è il “mio”, ego, ma la percezione emozionale derivante della forma-pensiero collettiva che ammorba l’umanità di un intero pianeta, o meglio il campo elettromagnetico a banda di frequenza delimitata di manifestazione di una porzione olografica della Coscienza Infinita ed Una?
E che tutto è predisposto proprio per arrivare a comprendere questa pazzia illusoria chiamata da alcuni Maya?
Beh, forse è per questo che i miracle-makers sono pochini.
Visto però che ci sono appositi corsi per apprendere l’arte, cavolo, si butta via tanto di quel tempo a pensare a c….te, tanto vale dedicarsi a letture…. utili.
Non trovate che ne varrebbe la pena?
GUARIGIONE DEL CORPO, DELLA MENTE, DELLO SPIRITO.
EQUILIBRIO INTERIORE TOTALE.
(Wuao!!)