La verità rende liberi? – Parte Prima – Tempo di lettura 15 min
E’ vero questo detto?
L’affermazione che la verità rende libero l’uomo è vecchia come il mondo, ma intenderla per il verso giusto non è tanto semplice.
Infatti questa frase contiene due assiomi cardine della vita intera di qualunque individuo su questa terra: verità e libertà.
La storia abbonda di centri di potere che, per nascondere la verità della loro tirannia, in qualsiasi settore, hanno ridotto o eliminato libertà di gruppi, persone, popoli interi.
E di contro altrettanti uomini e donne, che hanno messo in forse la loro esistenza proprio per poter esercitare la loro libertà di denunciare tante verità occultate ad arte.
Ma anche senza arrivare a questi estremi, definire veramente quali verità quotidiane ci possano rendere liberi, diventa arduo… non per lo scegliere, ma per il “definire”.
Cos’è la “Verità”?
Nella mia ignoranza pragmatica, ecco cosa se ne dice in un dizionario qualsiasi, preso dal web: DEFINIZIONE DI VERITA’
- Rispondenza piena e assoluta con la realtà effettiva.
- Il concetto, nella sua duplice accezione di ‘qualità’ o di ‘contenuto’, è naturalmente suscettibile di tutte le limitazioni relative alla soggettività della conoscenza (con sfumature definibili in rapporto ai contrapposti, da errore, per esempio, a menzogna); sapere, conoscere, nascondere, travisare, alterare la verità; giuro di dire la verità, null’altro che la verità, ecc.
- Affermazione di un contenuto ideale, accettato come basilare dal punto di vista religioso, etico, storico.”Dio è fondamento d’ogni verità, ecc.”
- sinonimo di Sincerità, buonafede
A parte tutte le altre aggiunte, il concetto base è quindi che una verità è un simbolo della realtà effettiva, direi … delle cose, degli esseri e degli avvenimenti.
La Realtà materiale
Bene, lascio a voi come definire che, un oggetto o soggetto a scelta, sia realmente quello che sembra a prima vista.
Basta dare una occhiata all’immancabile Web sotto la voce SEM images per constatare come, entrando in profondità proprio nei materiali più consistenti, si trovino una enormità di spazi vuoti.
Mi sarebbe piaciuto inserire una di queste immagini, ma sono soggette a copyright, e il volerle utilizzare può arrivare a costare centinaia di euro, in funzione del loro formato.
Questo a proposito della libertà, ma un microscopio elettronico capace di tali ingrandimenti costa enormemente, per cui è legittimo farsi rimborsare per l’utilizzo delle immagini.
Quindi in questo caso la verità-concetto corrisponde alla realtà effettiva, ma solo se si va un pochino più in profondità, rispetto alla prima immagine che colpisce il nostro occhio.
Detto in altro modo, quello che si vede non è quello che realmente è.
A maggior ragione se fermiamo la nostra attenzione su un essere vivente; la sagoma, l’immagine che ci ritorna da uno specchio, se di noi stessi, o di quello che guardiamo, è solo un manifesto pubblicitario del vero essere sottostante.
E questo anche se usiamo una lente d’ingrandimento per vedere “un poco più in grande”.
Perchè la realtà effettiva di un essere vivente, umano o animale, corrisponde ad un insieme complessivo totale che comprende il corpo fisico ed eterico, ma anche il complesso emozionale, mentale e spirituale, nonchè la sua … Coscienza.
Sono tutti questi elementi che definiscono le parole e le azioni che rendono palese all’esterno la realtà effettiva di questo essere.
E solo se, a questa sua “auto-manifestazione”, aggiungiamo la capacità di conoscere, senza fraintendimenti, la realtà effettiva anche dei suoi pensieri.
Mi sento tranquillo quindi nell’affermare che qui, adesso, in questo nostro continuum spazio-temporale, posso solo approssimarmi alla realtà effettiva di un essere umano, e anche da molto lontano.
Chi, infatti, può affermare di conoscere fino in fondo le sensazioni percepite, i meccanismi interpretativi, sia degli avvenimenti che degli altri, la valenza degli eventi, di un altro essere umano?
La Realtà dell’Inconscio
Dove trovare la certezza che quello che interpretiamo di un altro sia la sua realtà effettiva, se nemmeno noi conosciamo alcuni automatismi di difesa, chiusura o auto-appagamento che noi stessi agiamo inconsciamente, di cui non abbiamo sentore o evidenza?
Ecco che il gestire la propria quotidianità solo dal punto di vista materialistico, (tanto voglio, faccio e dico), significa vivere solo a metà, se non tengo in considerazione anche quello che penso, e che attiro o creo, in funzione di questo pensare.
Ma, ovviamente, non esiste che il pensiero possa modificare una realtà effettiva, vero?
Però la realtà, per essere effettiva, deve comprendere il tutto di qualcosa, per cui la verità, per essere tale, deve tenere conto anche dell’invisibile, o meglio, della tua Anima, cioè della tua componente spirituale.
Che non si veda, è palese, ma che si senta lo è altrettanto, almeno per alcuni.
La Realtà dell’Anima
Altrimenti non esisterebbero persone che, nonostante scelte nel mondo materiale e sociale definibili perfette, inoppugnabili, volte a raggiungere lo scopo prefisso, si trovino totalmente nel pallone.
Vivono incessantemente nell’ansia, nella paura, nel dubbio, nella necessità di essere sostenuti ed appoggiati dagli altri loro simili, per ogni passo del loro quotidiano.
E che, per fuggire da questa paura, rifiutino l’unica cosa che li possa togliere da questa egregora orribile; imparare a continuare ad avere paura, ma dopo aver fatto una scelta … libera.
Questo li renderebbe sereni nel continuare il loro cammino consapevoli che ogni conseguenza non è allontanata, ma accettata perchè secondaria rispetto alla propria autostima, alla coerenza con sè stessi.
Ma per questo è necessario recuperare la realtà effettiva di sè stessi, cioè della propria lucida, totale, consapevole responsabilità di chi sei, cosa stai facendo e dove vuoi andare.
La Realtà personale
Ma c’è il punto 3 della definizione: “Affermazione di un contenuto ideale, accettato come basilare dal punto di vista religioso, etico, storico”.
E qui si annida un pericolo per l’evoluzione propria e degli altri: il fatto che vi siano già verità preconfezionate, ed annunciate senza via di scampo.
Che diventano termini di riferimento a cui tutto paragonare.
E fatte proprie in base alla fretta, al disinteresse, alla faciloneria, alla fatica di doverne pensare una originale.
Ma che si osservano come vere, si riconoscono come vere, si accettano come assolute, si vivono come immodificabili.
E questo sia che riguardino la nostra vita esteriore, che quella interiore.
Ognuno di noi ha ben chiara la propria verità di sè stesso, che non può essere assoggettata a verifica senza doverne pagare un prezzo elevatissimo: rinuciare proprio a noi stessi.
Quindi questa verità non diventa altro che una matrioska, una bambola chiusa ermeticamente dentro un’altra bambola, dentro un’altra bambola…dentro …..
In un circolo chiuso, da cui si esce solo con un enorme sforzo di volontà, e di accettazione, di romperle tutte in una volta.
Perchè non può esistere una verità effettiva diversa dall’altra, ma solo una realtà Unica osservata, sì, da diverse angolazioni, ma che di certo ha una sola Fonte.
Il comprendere questo comporta che, se non sei tu la Fonte, allora anche il tuo “Essere” è posto in discussione.
Fino a quando non realizzi questo, la tua unica verità è che non esiste una verità, ma solo la ricerca della verità.
Ma questo comporta che tu debba affrontare ogni avvenimento della tua vita, non spremendoti le meningi per come evitarlo o ripeterlo.
Solamente una domanda ti renderà ragione di tutto, mentre accetti chi sei, e dove sei, nel momento in cui ti sta accadendo quello che sta accadendo:
“Perchè?”
Se identifichi in quale parte di te si nasconde la causa risonante dell’evento materiale, elimini l’informazione che ti mantiene legato alla necesistà di ripetere, per comprendere.
Solo questo libera l’energia racchiusa nella forma, cioè la parte invisibile di ogni cosa ed essere, allo scopo di consentire una nuova “rinascita”, più … autentica.
Anche questo è … evoluzione di un essere … veramente effettivo.
Mi ripeto, lo so, ma repetita iuvant.
Detto questo a proposito della Verità, nel prossimo post vado a cercare che senso dare alla … libertà.